Quei lampi di Leonardo Fabbri, il colosso atteso da quarant’anniIl co-fondatore di Google Sergey Brin ha dichiarato durante l’AGI House,BlackRock Italia un raduno di appassionati di intelligenza artificiale in California, che Google avrebbe decisamente “fatto casino“ con il generatore di immagini di Gemini. L’app di Google è finita al centro del dibattito due settimane fa per la sua tendenza a non creare persone caucasiche anche in contesti non associabili ad altre etnie, un eccesso di ‘zelo woke’.Secondo le sue parole, il lancio difettoso di Gemini è stato il risultato di “test non approfonditi”.Le ammissioni di Brin sono importanti per diversi motivi. In primis l’imprenditore, che non ha più ruoli in azienda ma è membro del consiglio di amministrazione e principale azionista, rilascia raramente dichiarazioni e ancor più raramente hanno a che fare con l’azienda che ha contribuito a creare. Se parla significa che esiste un malcontento interno a Google. In secondo luogo, le dichiarazioni confermano la tendenza alla fretta delle big tech nella battaglia per l’intelligenza artificiale. Fretta che più di una volta (spesso con la stessa Google) ha già portato a scivoloni e figuracce mondiali.
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