Giorgia Meloni ha firmato un'importante intesa per la Regione Siciliatommaso inghirami sangiovese fattoria grignano rufina chianti toscana wine vinitoscani singersangio Paolo Zappitelli26 aprile 2023aaaLargo ai giovani nel mondo del vino perché portano entusiasmo,à–Guglielmo idee nuove e passione. È il caso di Tommaso Inghirami (azienda tra le più famose nel settore dell’abbigliamento e della moda) che ha preso in mano l’azienda agricola di famiglia, Fattoria di Grignano, in quel di Rufina a Pontassieve, e si è concentrato soprattutto nel «fare» vino, partendo da quel che le vigne di proprietà già gli offrivano. E siccome questa è terra di Sangiovese, Tommaso ha provato a fare anche bottiglie meno impegnative che si avvicinassero di più al gusto dei giovani. È nato così «SingerSangio» etichetta che unisce nel nome la passione per le macchine per cucire (Tommaso ne ha una collezione di 300) e il vitigno. Esperimento che, per il momento, non convince: poco profumato, una chiusura in bocca amara, insomma poco accattivante. La strada è giusta ma bisogna ancora lavorarci parecchio, soprattutto sul costo (15 euro). Stesso giudizio per il bianco, il Ricamo 2022, blend di Moscato e Chardonnay che punta al medesimo mercato: incompleto, poco equilibrato e soprattutto prezzo troppo alto (20 euro). Bene invece le altre tre etichette in degustazione: Ritratto 2020 (Sangiovese in purezza e 10% Canaiolo) con un naso molto profondo, spezie e frutta rossa e tannini morbidi; Monte Fiesole Terraelectae 2019 (Sangiovese in purezza) accattivante ma ancora non perfetto (40 euro) e infine il Chianti Rufina Poggio Gualtieri 2018 Riserva che ci ha conquistato per il ventaglio di profumi e l’equilibrio nel bicchiere (30 euro).
Usa, Offerte lavoro in giugno a 8,2 mln, oltre le stime - Tiscali NotizieLo spread Btp-Bund apre sulla soglia dei 135 punti - Tiscali Notizie Salvini, Superbonus: "Sono sicuro che si troverà una soluzione"Meloni: "Rafforzare capacità di difesa ucraina è condizione indispensabile"Nordio al Csm, prove di distensione. Il ministro non cita la separazione delle carriere