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Covid, De Luca: "A gennaio forse riapriamo le scuole"

Rinviato il vertice di Palazzo Chigi sulle nuove stretteI social network sono pieni di “fuffa guru”È come vengono chiamati gli influencer che vantano vite di lusso e promettono soluzioni vaghe per guadagni facili,ETF ora per la prima volta indagati dall'Antitrust Condividi CondividiFacebookX (Twitter)EmailWhatsappRegala il PostQuesta settimana l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), più nota come Antitrust, ha fatto sapere di aver avviato un’indagine su sei influencer «che promettono guadagni facili e certi» per capire se abbiano attuato pratiche commerciali scorrette. I nomi dei coinvolti potrebbero dire qualcosa a qualcuno, visto che sono persone diventate note e visibili in una certa bolla di internet, ma i cui video sui social sono spesso proposti anche a utenti che non sono interessati a questo genere di affari: sono Big Luca (Luca De Stefani), Luca Marani, Alessandro Berton, Hamza Mourai, Michele Leka e Davide Caiazzo.Nonostante l’indagine sia limitata alla materia di competenza dell’Antitrust e se ne sappia molto poco, è una notizia piuttosto importante perché è la prima istruttoria di questo garante rivolta a un tipo di personaggi, che nel gergo di internet sono noti come “fuffa guru”, che negli ultimi anni sono diventati sempre più diffusi e visibili online, attirando seguaci e molte critiche.I cosiddetti “fuffa guru” sono influencer grandi e piccoli con alcune caratteristiche che li fanno assomigliare tutti molto tra loro: solitamente usano i social per vantare uno stile di vita lussuoso, attraggono i follower con slogan motivazionali e riferimenti generici ai loro “business” e al loro successo, e li invitano a contattarli con promesse irrealistiche di guadagni facili. È frequente che mostrino foto con macchine o barche costose, appartamenti e piscine a Dubai, e addirittura video in cui rispondono a finte interviste, filmate in set che ricordano quelli dei podcast trasmessi su YouTube ma che in realtà sono organizzate da loro stessi, che rispondono alle domande – evidentemente concordate – poste solitamente da ragazze giovani.Quest’anno i “fuffa guru” sono stati inseriti anche nell’Enciclopedia Treccani, che li definisce così: «chi, sfruttando tecniche da imbonitore, organizza e gestisce a scopo di lucro e in modo truffaldino corsi, video, seminari in rete nei quali si pubblicizzano modi facili di fare soldi».Quando si parla di fuffa guru ci si riferisce a un fenomeno nato online ma che non è ancora stato inquadrato da un punto di vista giuridico o legislativo, e dentro al quale quindi vengono fatti rientrare personaggi anche molto diversi, che a volte agiscono rimanendo nella legalità, altre volte no. Alcuni provano a costruirsi una visibilità online per guadagnare, ma senza di fatto mettere in atto alcuna truffa; altri vendono servizi, corsi e consulenze reali, per quanto piene di “fuffa” e con promesse ingannevoli; altri ancora sono più organizzati e guadagnano adescando persone e facendole entrare in sistemi di marketing piramidale, che in Italia sono illegali.In questi casi lo scopo dei fuffa guru è adescare persone che siano disposte a investire dei soldi e poi chiedergli di fare lo stesso con altri, e così a oltranza finché i vertici delle piramidi non si arricchiscono sull’allargamento continuo della base, che invece è destinata a perdere i propri investimenti.I profili di questi personaggi sono solitamente molto curati, con foto e video fatti in modo professionale e con grafiche e scritte in sovrimpressione, ma quasi sempre privi di contenuti concreti. Fanno tutti leva su una retorica tipica di certi ambienti “alternativi” di internet e da leader motivazionali, insistendo sulla distinzione tra chi vive una vita semplice e mediocre e chi invece, come loro, ha scelto di vivere una vita straordinaria. Spesso raccontano di essere stati bullizzati o aver vissuto in povertà da giovani e di essere riusciti a riscattarsi solo con l’atteggiamento e le intuizioni giuste.In questo modo attraggono l’attenzione di persone in difficoltà e scontente della propria vita o del proprio lavoro, e le convincono a fare qualcosa per cominciare a «vivere veramente» affidandosi a loro. Succede spesso che costruiscano la propria immagine e comunicazione proprio mettendo i loro follower in guardia contro i fuffa guru.L’ostentazione di ricchezze e stili di vita lussuosi è alla base del modo di agire di questi influencer perché serve come prova del fatto che il loro metodo per guadagnare e avere successo funziona, e che loro sono le persone giuste di cui seguire i consigli. Sui loro profili social i fuffa guru rimandano solitamente a dei siti, fatti tutti in modo molto simile, che invitano chi ci arriva a lasciare il proprio numero, la propria mail e altre informazioni su di sé per essere ricontattato o per accedere a contenuti gratuiti.A questo punto questi influencer contattano privatamente chi ha lasciato i dati. I fuffa guru pubblicano spesso video con quelli che dovrebbero essere dei loro ex clienti, che raccontano di essersi arricchiti e di aver cambiato la propria vita grazie a loro. Molto spesso però non è chiaro, né dai discorsi dei fuffa guru né da queste “testimonianze”, che cosa abbiano fatto nel concreto per guadagnare o in generale per migliorare la propria situazione. Si usano termini generici come marketing strategico, dropshipping o scaling, si parla di crypto e trading, ma anche di memorizzazione veloce, affitti brevi e self publishing. La vaghezza (da cui il nome “fuffa guru”) di quello che offrono è il segnale principale che dovrebbe mettere in allerta chi ci si imbatte.Negli anni sono nati alcuni gruppi su Facebook, come Propagalo di Antonio Russo e Fufflix di Germano Milite, in cui gli utenti, anche in anonimato, scrivono per confrontarsi sulle loro esperienze con questi influencer o anche per chiedere consiglio prima di affidarsi a un consulente trovato online (che è quasi sempre un truffatore). In generale però è molto frequente che le persone che vengono raggirate dai fuffa guru non lo raccontino per la vergogna di esserci cascate, e per lo stesso motivo decidano di non denunciare eventuali truffe.Molte testimonianze sono di genitori che chiedono aiuto su come convincere i propri figli minorenni a non credere a questi influencer. I giovani infatti possono essere vittime facili dei fuffa guru per via della loro inesperienza (uno dei video più visti di Big Luca si chiama “Hai 20 anni? Ecco come arrivare a 30 anni ed essere RICCO”), ma non sono le uniche. Antonio Russo spiega che i contenuti dei fuffa guru «attirano turisti della formazione, networker, gente che dice di pensare “controcorrente”, che non si informa nel sistema accreditato ma da fonti alternative: per esempio sono persone che non credono nelle istituzioni, nella medicina tradizionale, che si avvicinano a questi guru perché coltivano quei temi e vanno contro la formazione mainstream».Dalle ricostruzioni pubblicate su questi gruppi emerge che, dopo essere stati contattati, solitamente i fuffa guru chiedono a un certo punto di pagare una somma di denaro, e i seguaci spesso lo fanno con la prospettiva di iniziare a fare investimenti finanziari molto redditizi, per accedere a corsi o consulenze su strategie di marketing efficaci, o ancora per entrare a far parte di organizzazioni di “network marketing” o “marketing multilivello”, che spesso non sono altro che sistemi di marketing piramidale, quindi basati appunto sul reclutamento di altre persone. In alcuni casi la truffa può andare avanti anche molto a lungo perché il fuffa guru insiste sul fatto che lui stesso ha dovuto aspettare anni di perdite prima di raggiungere il proprio successo, e che rinunciare ai propri obiettivi è segno di debolezza.Nei gruppi Facebook succede spesso che persone raccontino di aver dato anche migliaia di euro a questi influencer e di essersi accorte dopo di essere state imbrogliate. In questi casi il consiglio degli esperti è di fare denuncia alla polizia postale e fargli scrivere da un avvocato, ma ottenere qualcosa è molto difficile. Un po’ perché spesso questi personaggi vivono all’estero (molti a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti), cosa che li rende più protetti da eventuali interventi delle autorità italiane, un po’ perché quelli più attrezzati aprono e chiudono le proprie aziende diventando difficili da tracciare.Molte persone, soprattutto uomini, potrebbero essersi imbattuti nei fuffa guru semplicemente navigando online e incappando in contenuti sponsorizzati o su video proposti in modo organico da piattaforme come TikTok. Alcuni di questi personaggi sono anche riusciti a comparire all’interno di articoli di giornale a pagamento: ma siccome spesso questo non risulta chiaramente a chi legge, diventa un modo per loro per guadagnare credibilità e imbrogliare più persone.Allo stesso tempo, per chi ha un po’ di dimestichezza con questo tipo di raggiri online, i contenuti dei fuffa guru appaiono piuttosto ridicoli, cosa che però finisce col generare comunque seguito e interesse (fosse anche solo per riderci sopra), e spingere ulteriormente gli algoritmi dei social a proporli.Un personaggio che ultimamente ha guadagnato molta visibilità su Instagram e TikTok grazie ai video in cui espone con grandissimo trasporto e convinzione i suoi metodi di venditore è Giacomo Freddi, che si definisce «l’unico in Italia che combina marketing, vendita e scaling del sales team». In alcuni video fa discorsi motivazionali, racconta come organizza la sua giornata svegliandosi all’alba per non perdere tempo, rivela quello che ha imparato dal suo lavoro e dal suo successo; in altri mostra pezzi dei corsi in cui insegna ai giovani partecipanti a “chiudere” una chiamata “a freddo”, e cioè in breve a convincere al telefono qualcuno a comprare qualcosa. Non è mai chiaro però cosa abbia venduto Freddi per arricchirsi prima di cominciare a fare corsi in cui insegna come vendere e arricchirsi.Freddi vende comunque corsi online e consulenze reali, e le sue convention sono molto partecipate. Nel video promozionale per la prossima in programma, per persone che vogliono «entrare nell’1% e iniziare a super-vivere», Freddi mette insieme alcuni messaggi molto tipici della retorica dei fuffa guru: «Non sono nato per crescere, studiare, fare un lavoro che non mi piace, una famiglia, andare in pensione e poi? Morire. Questo è il 99% di chi sopravvive, io sono fatto per lasciare un segno, io sono fatto per essere parte dell’1% e lo sei anche tu, come i nostri clienti che anche partendo da zero sono passati a 100mila euro l’anno, 500mila euro l’anno, un milione l’anno di fatturato, tre milioni l’anno, e oh, in alcuni casi anche a 10 milioni o più».Tag: antitrust-fuffa guru-influencerMostra i commenti

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