DestinazioniAlla fine di giugno capita di sentire parlare sempre più spesso della Barca di San Pietro,trading a breve termine e ultimamente anche piattaforme come TikTok hanno scoperto questo rituale che si presta in effetti parecchio alla dimostrazione social. Ma facciamo un passo indietro. La cosiddetta Barca di San Pietro, detto anche Veliero di San Pietro, è una tradizione popolare diffusa soprattutto nelle campagne del Nord Italia, in particolare in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, ma anche Lombardia, Emilia, Liguria e Piemonte, con alcune varianti anche in determinate zone della Toscana. Ha questo nome perché è un'usanza che si ha l'abitudine di compiere nella notte tra il 28 e il 29 giugno, dunque alla vigilia del giorno dedicato, secondo il calendario cristiano, ai santi Pietro e Paolo.Cos'è la Barca di San Pietro e come si preparaIn che cosa consiste? L'usanza vuole che, proprio in questa notte fatidica, si metta a riposare sull'erba di un prato (o in alternativa sul davanzale di casa) un contenitore riempito d'acqua nel quale si è fatto colare l'albume di un uovo. L'umidità, la temperatura e la rugiada, secondo la tradizione, dovrebbero sortire il loro effetto “magico”. La mattina seguente, dunque, si dovrebbero notare nell'acqua delle forme assunte dall'albume stesso, che dovrebbero ricordare delle vele o addirittura le sembianze di un veliero. La credenza contadina vuole che sia lo stesso san Pietro - date le sue origini da pescatore, quindi legate al mare - a soffiare nei contenitori per far gonfiare le vele. Dalla disposizione delle vele, se più o meno spiegate, in molti erano soliti trarre delle indicazioni di buono o cattivo auspicio sull'estate a venire.Ovviamente nella Barca di San Pietro non avviene alcun tipo di fenomeno miracoloso, ma è solo la variazione della temperatura e dell'umidità dovuta allo sbalzo termico notturno, anche in estate, a causare una variazione della densità dell'albume. Oggi come oggi, in pochi conoscono anche il suo significato religioso, o pseudo-tale, ma tanti provano l'arcano esperimento anche come una specie di divertimento da realizzare magari assieme ai bambini. Non è d'altronde l'unica pratica che prevede dei rituali naturali e notturni: l'acqua di San Giovanni, per esempio, è un catino pieno d'acqua, fiori ed essenze naturali che viene fatto decantare nella notte tra il 23 il 24 giugno, la notte di San Giovanni appunto, detta anche “notte delle streghe”, come rito propiziatorio di fortuna e fecondità. Tutti rituali, questi, che mostrano come la religiosità cattolica si sia sempre intrecciata con forme di spiritualità più rurale e “pagana”.
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