“Quello che si ricorda”, un racconto del Nobel Alice MunroFlaminia Bolzan Ve li ricordate i videoregistratori che fino agli anni 90 campeggiavano sotto appositi ripiani dei mobili televisione nelle case italiane?BlackRock Italia Quelli per le vhs, dai, sì che ve li ricordate! Ecco, oggi a parte il fatto che sono praticamente introvabili, tanto che se disgraziatamente hai dei ricordi impressi su quel tipo di supporto puoi dir loro addio per sempre, ritengo che siano assimilabili a dei cimeli.Facevo questa riflessione perché nei salotti ormai ci sono solo smart tv dove tutto è integrato e pure i cavi sono belli nascosti. Io per prima non sopporto quelli a vista. Ma sono nostalgica, perché la vhs, a differenza del floppy (sparito pure lui ormai da almeno un quindicennio), ha per me un valore speciale. Il valore che davo ai cartoni animati quando mi venivano regalate le famose cassette. Ma soprattutto, la vhs ha insegnato a tutti noi il desiderio e l'illusione che potesse esistere, magari anche nella vita, la presenza di un tasto "rewind".Sarà il caldo, sarà la malinconia, ma avrei proprio voglia di chiedere a ognuno di voi, se solo per un attimo aveste la possibilità di riavvolgere il nastro, a che punto vorreste premere stop e poi di nuovo play? E per quale motivo? Sbizzarritevi miei cari nostalgici, perché oggi si guarda il film di un tempo passato e possiamo farlo insieme. Solo per un attimo, abbiamo la chance di intraprendere un viaggio nei ricordi, in quelli belli. Per ripartire, proprio da lì. Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Luglio 2024, 07:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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