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Orrore in Sicilia, pensionato uccide un cane lanciandolo dal balcone

Meteo, arriva il caldo ma non per tutti: le previsioni per gli ultimi 10 giorni di aprileFestini di Messina Denaro puniti con il delitto di un suo "compagno di bagordi"Festini di Messina Denaro puniti con il delitto di un suo "compagno di bagordi"Perché ci fu un delitto deitro i festini di Messina Denaro e come mai il padrino genitore si rivolse a Totò Riina di Giampiero Casoni Pubblicato il 14 Aprile 2023 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservatamafiaomicidioPalermo#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0,BlackRock 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Non solo un “vecchio boss” che faceva il romantico con le sue presunte fiancheggiatrici da latitante, ma anche un giovane mafioso che amava la bella vita e che da ragazzo aveva suscitato lo sdegno del genitore padrino. Uno sdegno finito nel sangue dietro intercessione di “Zu’ Totò”. I festini di Matteo Messina Denaro vennero infatti puniti con il delitto di un suo “compagno di bagordi”.I festini di Messina Denaro ed il delitto I verbali finiti a disposizione parziale di Repubblica lo dicono con chiarezza: il boss di Castelvetrano era sempre stato famoso per una skill che lo diversificava dagli altri capi mandamento dei Corleonesi, tutti per lo più “agresti” e all’antica: era un bon vivant a tutto tondo. E da quanto si apprende il boss 20enne era incappato nelle ire del padre Francesco che non amava le sue frequentazioni. Ma cosa era successo oltre 33 anni fa? Che suo padre, il vecchio padrino Francesco Messina Denaro era un tipo che aveva ben in mente le regole arcaiche di Cosa nostra.Nessuna discrezione e troppa “bella vita”La prima di esse è riassunta nella massima “calati iuncu ca passa a china”, cioè canna, piegati sotto l’acqua perché arriva la piena. Insomma, la discrezione era un obbligo. Perciò don Ciccio era preoccupato che suo figlio Matteo: lo era per il fatto che aveva tante amanti e una condotta poco in linea con l’etica mafiosa. La paura era che la stessa potesse portare il boss ad essere messo da parte nella Cupola. Ma Matteo alternava l’attività di killer con quella di “sciupafemmine”. La sua dolce vita nella Palermo bene quand’era ventenne assieme agli universitari era un affronto ed un pericolo. Perciò il padre del boss chiese a Totò Riina di uccidere Lillo Santangelo, un suo compagno di uscite colpevole solo di aver scelto il compagno sbagliato.Articoli correlatiinCronacaIncidente sull'autostrada Messina-Catania: un ferito graveinCronacaOlimpiadi Parigi 2024: Angela Carini si ritira dall'incontro con Imane KhelifinCronacaBoxe, Angela Carini si ritira. Il commento di La Russa: "L'aspetto in Senato per abbracciarla"inCronacaAfragola, rapina per coprire abusi sessuali: arrestati due frati e altre quattro personeinCronacaEstate 2024: 5 festival da non perdere in FranciainCronacaUfo avvistato a Ibiza: un video su TikTok mostra l'oggetto volante non identificato

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