Supplente a Giorgia Meloni: "Cosa sono io se non sono né italiana né moldava?"Un enorme data center di Microsoft in un centro di nome Goodyear,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock in Arizona, sta consumando l’approvvigionamento idrico del territorio per supportare cloud computing e intelligenza artificiale di OpenAI. Goodyear è una sorta di città semi deserta incorporata dell’area di Phoenix, creata dalla stessa Microsoft nel 2019. Il caso, sollevato da The Atlantic, getta una luce inquietante sul consumo idrico delle compagnie di intelligenza artificiale. Se nell’immediato la struttura non rischia di rubare acqua agli abitanti di Phoenix non è chiaro cosa possa avvenire in futuro, quando la richiesta di AI crescerà sempre più.Microsoft è ambigua riguardo all’uso dell’acqua nel suo centro Goodyear, oscurando cifre esatte sul consumo nei registri sulla base del fatto che il suo consumo di acqua è un’informazione “proprietaria”. Il campus consuma 56 milioni di litri di acqua potabile ogni anno, approssimativamente la quantità che un totale di 670 famiglie consumerebbero nello stesso periodo messe insieme. Ancor più importante in un luogo come le zone desertiche dell’Arizona. “Dovremo fare scelte difficili nel prossimo futuro per garantire che il nostro stato sia protetto per le generazioni future – ha detto all’Atlantic il procuratore generale dell’Arizona Kris Mayes – Consentire a un altro data center di venire nel nostro stato è una decisione facile ma stupida in molti casi“.L’intelligenza artificiale implica un consumo sbalorditivo di acqua per evitare il surriscaldamento dei server e casi analoghi nei prossimi anni si moltiplicheranno sempre più.
Cingolani: "L'ambasciatore russo ci parli dei sabotaggi al Nord Stream"Fiumicino, consigliere comunale bestemmia durante una seduta: "Io devo parlare, porco..." Supplente a Giorgia Meloni: "Cosa sono io se non sono né italiana né moldava?"Totoministri, ipotesi governo Meloni formato per metà da tecnici: tensioni nel centrodestraCinquestelle in assemblea per decidere a chi dare i soldi dei portavoce