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MACD 2024-11-25 analisi tecnica

Roma, cibo avariato e caporalato in un ristorante giapponese: lavoratori stipati in mansarda

Incendio a Salerno in una ditta di rottami, il sindaco: "Non uscite e non aprite le finestre"CantoneCorretto al rialzo il prezzo dell’uva: «Si è voluto premiare la qualità»Bilancio di mezza estate con il settore vitivinicolo - Nonostante il maltempo e le malattie,èvolutopremiarelaqualitàtrading a breve termine la qualità non è compromessa - Cadenazzi: «Stagione complicata» - Conconi: «L’ultimo scatto a 4,80 franchi al chilo»©Chiara Zocchetti Francesco Pellegrinelli27.07.2024 06:00«Come sta il settore? Come un ferito di guerra». Il presidente di Federviti Davide Cadenazzi si affida a un’immagine forte, poi attacca con l’elenco: «Nel Mendrisiotto abbiamo subito la pioggia e gli scoscendimenti del 7 luglio che hanno influito sulla stabilità di diversi vigneti. Nel Bellinzonese la grandinata del 12 luglio è stata da pelle d’oca: in alcuni casi non c’è più nulla, né foglia, né uva e né tralci». Per non parlare delle piogge che hanno segnato costantemente buona parte della primavera favorendo l’insorgere di malattie fungine come la peronospora e l’oidio. «La pressione della malattia quest’anno è stata fortissima. Facevi il trattamento e qualche ora dopo il temporale te lo lavava via», conferma Rudy Studer, viticoltore ed esperto. «Per tutta l’agricoltura è stato un anno complicato. Anche la fioritura della vigna non è andata benissimo». Ma non è per forza una cosa negativa, aggiunge Studer. «Con le piante meno cariche la maturazione dovrebbe essere migliore e la qualità dell’uva ne potrebbe beneficiare». Si vedrà. Intanto a che punto siamo oggi? «Le piante stanno iniziando a cambiare colore», dice Studer. Rispetto a un’annata media, «siamo un po’ in ritardo, circa di una settimana». La vendemmia quindi sarà più tardiva? «È presto per dirlo. Dipende tutto dalla meteo; se fa bello si recupera». E poi, comunque, come dicono i francesi, «c’est le septembre qui fait le vin», è settembre che fa il vino (buono), ricorda Cadenazzi. Tutto insomma è rimandato, la partita è ancora aperta, la qualità (nonostante le piogge e le malattie) non è stata compromessa. «L’assiduo lavoro e il fatto di non avere mai mollato ci ha portati ad avere, nella maggior parte dei casi, una bella uva». Ogni vigneto ha la sua storia, ma nel complesso il bicchiere è mezzo pieno: «Se mi faceva le stesse domande un mese fa, le avrei risposto diversamente», dice ancora Cadenazzi. Rimane comunque una stagione difficile, che segue un’altra altrettanto complicata. «Prima la siccità, poi i temporali. Gli eventi climatici estremi stanno effettivamente mettendo a dura prova il settore», commenta dal canto suo il direttore di Ticinowine Andrea Conconi. «Ricordiamoci che in Ticino abbiamo circa 2.700 viticoltori, in buona parte con superfici piccole. Alcuni sono così frustrati da chiedersi se valga la pena dedicare il proprio tempo libero alla cura della vigna». Consumi in caloPiù in generale, la stagione si inserisce in un’annata caratterizzata da una diminuzione dei consumi, aggiunge Conconi. «Il maltempo ha influito negativamente sul turismo e, di conseguenza, anche sulla ristorazione, portando a un calo della domanda». In realtà, già da alcuni decenni le statistiche indicano una progressiva flessione nei consumi di vino pro capite. «Oggi è difficile trovare qualcuno che sul mezzogiorno beva un bicchiere di vino. Viene consumato soprattutto nel fine settimana ma deve competere con altre bevande alcoliche preferite dai giovani». Cambiamenti di gusto che, progressivamente, hanno cambiato anche l’approccio al prodotto: «Tendenzialmente si beve meno, ma si beve meglio». Anche se, avverte subito Conconi, l’ondata inflazionistica che ha colpito tutti si è abbattuta anche sulle vendite di vino. «Se a fine mese si deve risparmiare qualcosa, è probabile che si rinunci più facilmente a una buona bottiglia».Corretta la tabella In realtà, nonostante le difficoltà del settore, emergono anche alcune buone notizie. «Quest’anno l’uva di qualità verrà pagata di più», anticipa al CdT Conconi. «Il prezzo medio dell’uva non è stato cambiato ma si è voluto favorire il viticoltore che porta uva buona con buone gradazioni». La nuova tabella dei prezzi è stata confermata e ora l’Interprofessione del settore vitivinicolo ticinese deve solo ratificare le novità. «Verrà premiata maggiormente la qualità», rincara Conconi. Concretamente, il prezzo dell’uva Merlot partirà ancora da 4,20 franchi al chilo, ma gli scatti arriveranno fino a 4,80 franchi al chilo. «Venti centesimi in più rispetto all’anno scorso». Una correzione che i viticoltori hanno chiaramente accolto con favore: «Sono piacevolmente sorpreso dal buon clima che c’è nel settore», commenta Cadenazzi a un anno dalla sua nomina come presidente. «Con i negozianti abbiamo discusso di questioni delicate come il prezzo dell’uva. Nella categoria abbiamo riscontrato grande competenza e comprensione. Certo, anche Federviti ha fatto la sua parte per interpretare al meglio le problematiche del settore».

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