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Ikea richiama gli specchi Lettan, sono a rischio rottura

Mike Tyson: nuova accusa di stuproLa Corte dei conti ha evidenziato con preoccupazione la concentrazione delle operazioni garantite da Sace: 45 per cento il settore crocieristico,investimenti 20 per cento quello del petrolio e gas e 7 per cento quello petrolchimico. Sace è l’ente che dovrà facilitare l’implementazione del green deal italiano, concretizzatosi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), tramite il programma “Garanzie green”. Con un portafoglio di operazioni dove l’industria fossile incide ancora per il 27 per cento, risulta paradossale che la transizione ecologica italiana passi da Sace. Lo scorso 19 gennaio, Rodolfo Errore ha lasciato la presidenza di Sace, l’agenzia pubblica italiana di credito all’esportazione, cioè l’assicuratore pubblico che copre dai rischi politici e commerciali le multinazionali italiane nel loro export e investimenti esteri. Negli ultimi due anni il mandato dell’agenzia è stato ampliato al fine di estenderne l’operatività anche a livello nazionale. Intanto Errore troverà spazio ai vertici di Ludoil, società attiva nei settori petrolifero e petrolchimico, in qualità di amministratore delegato della controllata Luce. Ludoil possiede più di 150 stazioni di carburante, alcune delle quali in convenzione con Eni. A marzo del 2018, tramite la controllata Sodeco, ha acquistato dal cane a sei zampe il deposito di carburante di Civitavecchia e l’oleodotto che lo collega al deposito Pantano di Grano, con cui rifornisce gli aeroporti internazionali di Roma Fiumicino e Roma Ciampino. Tra il 2020 e il 2021, mentre Errore era alla presidenza di Sace, Ludoil ha beneficiato di almeno tre prestiti bancari garantiti dall’agenzia grazie al programma “Garanzia Italia”, per un ammontare complessivo di 35 milioni di euro. Nuove competenze “Garanzia Italia” è stato istituito dall’allora governo Conte II con il decreto liquidità di aprile 2020, atto normativo che ha innescato il processo di radicale trasformazione di Sace, divenuta così un attore di primo piano per tutto il sistema Italia, non solo sul lato dell’export. Il decreto liquidità permette infatti a Sace di garantire con soldi pubblici i prestiti bancari alle aziende italiane in difficoltà per la pandemia operanti sul territorio italiano. Ciò significa che, in caso di insolvenza, saranno i soldi pubblici a saldare il debito con le banche sia per le operazioni nazionali sia per quelle internazionali. Successivamente, con il decreto semplificazioni di luglio 2020 è stato affidato a Sace il ruolo di rilasciare garanzie a sostegno di progetti volti all’integrazione dei cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni e a favorire la transizione verso un’economia pulita e circolare. Di fatto, Sace è l’ente che dovrà facilitare l’implementazione del green deal italiano, concretizzatosi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), tramite il programma “Garanzie green”. Garantisce Sace Questi due atti normativi, rinnovati dal governo Draghi, hanno sancito che la ripresa socioeconomica post-pandemica sarà affidata alla finanza, grazie al connubio privato-pubblico: le banche commerciali erogano i prestiti e Sace li garantisce, decidendo di comune accordo quali aziende possano trarne beneficio e quali no, cosa è green e cosa no. In concomitanza con la dipartita di Errore da Sace, è avvenuta la firma del decreto interministeriale tra ministero dell’Economia e delle finanze e ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, che sancisce il ritorno definitivo di Sace sotto l’ala diretta del Mef, dopo gli anni sotto quella formale di Cassa depositi e prestiti. Le contraddizioni La Corte dei conti, nella sua relazione sul bilancio 2020 di Sace pubblicata il 5 febbraio, si è espressa in merito alla radicale trasformazione dell’agenzia, sollevando questioni di non poco conto. In primis, l’istituto di viale Mazzini ha evidenziato con preoccupazione la concentrazione delle operazioni garantite da Sace: 45 per cento il settore crocieristico, 20 per cento quello del petrolio e gas e 7 per cento quello petrolchimico. In seconda battuta, ha lanciato un monito sulla futura governance di Sace, rimarcando che dovrà essere composta da persone competenti e integre, con l’obiettivo principale di differenziare il portafoglio di operazioni garantite. Sono 49 le società partecipate dal ministero delle Finanze il cui consiglio di amministrazione è in scadenza con le assemblee primaverili, Sace inclusa. Con un portafoglio di operazioni dove l’industria fossile incide ancora per il 27 per cento, risulta paradossale che la transizione ecologica italiana passi da Sace. Il valore delle operazioni del settore oil&gas garantite tra il 2016, anno di entrata in vigore dell’Accordo di Parigi sul clima, e il 2020 è di 10,8 miliardi di euro. Tra queste operazioni ci sono anche megaprogetti di gas fossile come Coral South e Mozambique Lng in Mozambico, rispettivamente di Eni e Total, e poi Arctic Lng-2 nell’artico russo, per cui Sace ha garantito il prestito di Intesa Sanpaolo. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedisimone ogno

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