Alla rivoluzione green serve una narrativa del bene comune contro l’egoismo della destraAlessandra De Tommasi L’ultima è “Theanalisi tecnica Decameron”, appena uscita in Italia su Netflix. Una rielaborazione in versione dark comedy del capolavoro di Giovanni Boccaccio, ad opera di Kathleen Jordan (già dietro a serie teen come “Teenage Bounty Hunters” e “American Princess”). La storia è nota: quando la peste imperversa nel 1300, nobili e servitù si rifugiano in un palazzo gigante e festeggiano lo scampato pericolo, tra festini a base di vino e sesso nella campagna toscana. D’altronde l’ispirazione è nata proprio dal Covid... Una produzione che sta già facendo discutere, ma che contribuirà certamente a rilanciare il sempreverde fenomeno delle serie in costume. A parte la disputa sull’uso o meno del corsetto sul set (per preservare la salute delle attrici), il genere period drama continua a prosperare. È di qualche giorno fa l’annuncio della quarta stagione di “Bridgerton”, che arriverà almeno fra un anno e avrà come protagonista Benedict (foto), interpretato da Luke Thompson (probabilmente, come ha lasciato intendere Ashley Simone/Viscontessa qualche giorno fa al Festival della tv di Monte Carlo, lei e Jonathan Bailey, che presta il volto al marito Antony, lasceranno la serie). Visto il successo strepitoso, sta per arrivare la serie prequel di “Outlander”: Sky manderà in onda “Blood of my blood”. L’adattamento tv nasce dai prolifici romanzi di Diana Gabaldon, attirando contemporaneamente l’attesa per relazioni romantiche e duelli. La storia di Jamie e Claire (protagonisti della serie-madre) sta per finire e per lasciare spazio alla generazione precedente, sempre legata alla dinastia dei Fraser in Scozia. “Downtown Abbey” intanto ha in cantiere un nuovo film, mentre il pubblico chiede a gran voce una nuova stagione di “The Crown”, in pratica quella con Meghan e Harry. Anche “The Gilded Age”, ambientata a New York, racconta lo scontro tra l’alta società e i nuovi arricchiti. Serio, anzi serissimo, mostra come le caste non dipendano dal sangue blu ma da una sorta di diritto di precedenza. Di fatto, insomma, a qualunque latitudine si cerca di preservare privilegi e status quo. Ci sono poi scelte narrative che creano ponti – in maniera figurata – tra antico e nuovo continente, con giovani fanciulle dai grandi sogni ma destinati a infrangersi contro la realtà (“The Buccaneers” con Mia Threapleton, la figlia di Kate Winslet). Tra i classici più attesi arriverà a breve “Il conte di Montecristo” con Sam Claflin (“Hunger Games”), Lino Guanciale e Gabriella Pession. E che dire di Julianne Moore? L’attrice americana, Oscar nel 2015 per “Still Alice”, ha riscritto la storia, trasformandosi in arrampicatrice sociale di successo in “Mary & George”. riproduzione riservata ® Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Luglio 2024, 07:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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