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Escursionista in ospedale dopo il morso di una vipera: ecco le sue condizioni

Macron sulla difesa UE: "Pronto ad aprire un dibattito su armi nucleari"Milano,èsemprepiùinvestimenti 9 ago. (askanews) – “Evidenti differenze tra Nord e Sud, con un avvio di vendemmia anticipato in alcune regioni, principalmente al Centro e in Meridione, e in linea nelle altre. Buona qualità generale delle uve, benché in balia dell’evoluzione climatica, sempre più determinante. Al Nord si segnalano difficoltà per i produttori bio a mantenere alti livelli produttivi a causa delle abbondanti piogge primaverili. A Nord-Est le grandinate o, al contrario, la siccità, contribuiscono a dipingere in quadro a macchia di leopardo. In Centro Italia la situazione è differente da zona a zona per l’andamento meteorologico disuguale. In alcune regioni la vendemmia è già iniziata con le basi spumanti e con un lieve calo dei volumi, in altre il quadro è stazionario e le operazioni di raccolta si avvieranno la prossima settimana. Luci e ombre al Sud, dove la siccità ha inciso sulla quantità, ma non dappertutto, mentre la situazione fitosanitaria è buona, soprattutto se paragonata allo scorso anno, quando la peronospora aveva devastato oltre la metà della produzione”. E’ la fotografia della vendemmia 2024 scattata da Confagricoltura. “Non è un quadro omogeneo quello che si presenta oggi sul fronte viticolo, e mai come quest’anno è difficile fare previsioni generali attendibili, sebbene le premesse siano nel complesso buone” afferma il presidente della Federazione nazionale Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci, aggiungendo che “ciò che accomuna il comparto è invece la preoccupazione per l’andamento del mercato, con la conferma dei segnali di flessione di inizio anno che non aiutano a smaltire le giacenze, nonostante gli scarsi volumi della vendemmia 2023”. Confagricoltura sostiene che gli operatori definiscono il mercato “freddo”, con costi di produzione in aumento che vanno ulteriormente a incidere sul prezzo finale e conseguenti ripercussioni sulle vendite. I temi del settore saranno al centro del “Gruppo di alto livello vino” istituito dalla Commissione Ue: la prima delle tre riunioni si terrà l’11 settembre. “La crisi del settore è più strutturale che congiunturale” continua Castellucci, rimarcando che “in vista delle scadenze internazionali, come FNP di Confagricoltura abbiamo avanzato alcune proposte: auspichiamo ad esempio una PAC più attenta al comparto e che possa favorire la stabilizzazione del mercato con azioni volte alla riduzione dell’offerta e concentrate su un migliore posizionamento sui mercati di sbocco”. Ad avviso di Confagricoltura sono necessari una riduzione della concessione delle autorizzazioni ai nuovi impianti e un allungamento dei tempi per il reimpianto, con una maggiore flessibilità nella gestione degli interventi urgenti di sostegno. Potrebbe inoltre essere utile favorire l’abbandono, in maniera puntuale e in ambiti specifici, di una produzione che mostra evidenti difficoltà di mercato. “A questo – conclude Castellucci – si aggiungono la richiesta di pari rilevanza di una politica di promozione da implementare tenendo conto del contesto internazionale e delle difficoltà delle imprese, alle quali va offerto un quadro di opportunità più flessibile e adattabile alle diverse realtà imprenditoriali e a quelle dei Paesi obiettivo”. -->

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