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Tajani incontra il premier Anp, l'annuncio: "L’Italia riparte con i finanziamenti all'Unrwa"

Bruno Vespa: "Io figlio di Mussolini? Carriera più facile se fossi stato di sinistra"Il 17 febbraio si deciderà se ci sarà un rinvio a giudizio per il caso dei famosi “verbali”. Piercamillo Davigo conferma di volere un processo ordinario,àsecisaràGuglielmo mentre il magistrato Paolo Storari ha scelto il rito abbreviato e un processo a porte chiuse L’ex consigliere del Csm, Piercamillo Davigo, è stato interrogato durante l’udienza preliminare al tribunale di Brescia e ha raccontato la sua verità sui passaggi di mano dei verbali di interrogatorio dell’ex legale Piero Amara, in cui parlava della presunta loggia Ungheria. Davigo è indagato insieme al pm milanese Paolo Storari per rivelazione di segreto d’ufficio per aver portato fuori dal tribunale di Milano e poi diffuso i verbali degli interrogatori dell’avvocato Piero Amara, nei quali si dava conto dell’esistenza della presunta loggia e di chi ne faceva parte. La gup, Federica Brugnara, dovrà decidere sul rinvio a giudizio di entrambi e ha già accolto la richiesta di costituzione di parte civile del consigliere togato del Csm, Sebastiano Ardita, citato nei verbali. GiustiziaLoggia Ungheria, la verità di Davigo e Storari nel processo di BresciaGiulia Merlo Intanto, però, le posizioni processuali dei due indagati si sono separate. Storari, infatti, ha scelto il rito abbreviato: nel caso in cui venga rinviato a giudizio, il processo si svolgerà a porte chiuse e sarà basato solo sugli atti d’indagine fin qui raccolti, inoltre in caso di condanna beneficerà di uno sconto di pena di un terzo. Anche lui si è sottoposto all’interrogatorio e ha confermato di aver consegnato i verbali a Davigo come forma di «autotutela», visto l’«immobilismo» dei vertici della procura di Milano nel procedere all’iscrizione della notizia di reato. La scelta di Davigo Opposta, invece, è la strategia processuale scelta da Davigo. L’ex pm di Mani Pulite, infatti, aveva fatto richiesta che l’udienza preliminare si svolgesse in forma pubblica ma gli è stato negato. Oggi ha sostenuto l’interrogatorio di circa tre ore in cui ha ribadito la sua versione dei fatti: «Tutto quello che ha fatto lo ha fatto per conto della legge», è stato il riassunto del suo legale. Davigo, infatti, sostiene che la consegna dei verbali sia stata legittima perché a un consigliere del Csm non è opponibile il segreto d’ufficio. Inoltre, non ha fatto richiesta di riti alternativi, dunque in caso di rinvio a giudizio il processo si svolgerà con rito ordinario e in forma pubblica, con giornalisti ammessi in aula. Evidente la volontà dell’ex magistrato: convinto della correttezza del suo operato, ritiene di voler dare la massima divulgazione al processo, nel caso in cui si svolga. Tutto, ora, è rinviato all’udienza del 17 febbraio, in cui la gup deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio di Davigo confermata dai pm bresciani e si svolgerà la prima udienza in rito abbreviato per Storari. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.

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