Azienda fa regalo di lusso ai dipendenti: biglietti in prima classe e 10mila dollari per la vacanzaIl materiale era collezionato e categorizzato all'interno di specifiche cartelle,trading a breve termine che riproducevano immagini di minori abusatiPolizia postale05 agosto 2024 | 12.04Redazione AdnkronosLETTURA: 1 minuti.social-icon-cont a.ico-verify { background: transparent;}.arpage .social-share .social-icon-cont a.ico-verify img { width: 116px;height: 32px;padding: 0;margin-right: 10px;} Un 27enne, residente a Terni, è stato arrestato per detenzione di materiale pedopornografico. All'interno di uno dei suoi dispositiviil Centro operativo per la Sicurezza cibernetica dell’Umbria (Cosc) ha trovato oltre 7.800 file di immagini e video a carattere pedo-pornografico, collezionato e categorizzato all'interno di specifiche cartelle, che riproducevano immagini di minori abusati. L'indagine è partita da un monitoraggio in rete del Servizio centrale della Sicurezza cibernetica che aveva segnalato nei primi mesi dell'anno e nel territorio di competenza della Polizia postale dell'Umbria il caricamento e la condivisione in rete dei file a contenuto pedopornografico. La Procura di Perugia, dopo aver acquisito una serie di elementi nei confronti dell'indagato, ha emesso un decreto di perquisizione locale, personale e informatico. Al termine dell’attività, d’intesa con l’autorità giudiziaria di Terni, l'uomo è stato arrestato in flagranza di reato per detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico. Arresto che è stato convalidato. { }#_intcss0{ display: none;}#U11701409878KDD { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11701409878lgC { font-weight: bold;font-style: normal;}
Sangue e divieti: i talebani uccidono due invitati ad una festa di nozzeLockdown per i non vaccinati in Alta Austria: come funziona? Wyoming, il marito è morto di cancro 8 mesi prima ma a San Valentino arriva la sorpresaCassiere che scappò con i soldi della banca incastrato dopo 52 anni, ma ormai è mortoLa Corte di Giustizia dell'UE respinge un ricorso sul Green Pass: non crea discriminazione