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Shiva, il trapper è stato condannato a 6 anni e mezzo per tentato omicidio

Germania, due bambine ghanesi aggredite da 20 uominiSalute«Mamma,BlackRock Italia mamma, aiuto: ho i pidocchi»Sono l'incubo di genitori con figli tra un'età compresa fra i tre e i dieci anni, ma dallo scorso marzo a Lugano c'è un apposito centro che promette miracoli – Ne parliamo con Julie Soldati e Giacomo Simonetti© Shutterstock Matteo Generali11.08.2024 06:00Sonol’incubo di genitori con figli tra un’età compresa tra i tre e i dieci anni. Siinsinuano tra i capelli dei bambini e sono una vera scocciatura. Di che cosa stiamoparlando? Dei pidocchi, parassiti che si annidano appunto tra i capelli, generalmentedei più piccoli. A Lugano, lo scorso marzo, ha aperto Centro anti-pidocchi, un laboratorioche promette la rimozione in una sola seduta. Ne abbiamo parlatocon Julie Soldati, titolare del Centro anti-pidocchi, e Giacomo Simonetti, primariodell’Istituto Pediatrico della Svizzera Italiana.«L’idea di aprire un centro dedicato – afferma Soldati – è nata in seguito all’entrata nel mondo scolastico dei miei due figli piccoli. Duranteil corso dell’anno, infatti, capita due o tre volte di ricevere delle circolari dallascuola in merito alla presenza di pidocchi». I bambini,come noto, sono soggetti molto più degli adulti ai pidocchi per via del contattofisico frequente: «Proprio così – ribadisce il dottor Simonetti –, bisogna precisareche il contatto deve avvenire in maniera particolarmente ravvicinata. Il pidocchio,infatti, non compie dei “salti” da una testa all’altra».Progettisimili a Zurigo e Ginevra«Confrontandomicon altri genitori – prosegue Soldati – ho notato che spesso i rimedi venduti in farmacianon sempre sono efficaci. Mi sono documentata e ho scoperto diverse realtà traZurigo, Ginevra e altre città svizzere. È una soluzione chiamata disidratazione:un processo che “secca” i pidocchi e i lendini. In seguito, passiamo i capellimediante l’utilizzo di pettini a denti fini. Tale lavoro ci permette digarantire la rimozione totale». In una sola seduta? «Generalmentesì. Abbiamo avuto un caso molto particolare. Una bambina conviveva con ipidocchi da un anno, abbiamo dovuto fare una seconda seduta. In più del 90% deicasi, però, la rimozione è totale sin dalla prima volta». Unasoluzione, questa, che potrebbe far comodo alle scuole: «Esattamente – conclude Soldati –. Sono le scuole elementari e le scuole dell’infanzia a costituire la stragrandemaggioranza dei casi. Eppure, crediamo che anche in altre istituzioni - penso adesempio ai Centri per persone richiedenti l’asilo - la nostra assistenza possaessere d’aiuto».Al dottor Simonetti, per contro, chiediamo quali prodotti, al momento, si trovino per combattere i pidocchi: «Nellefarmacie, così come nelle drogherie o anche al supermercato, troviamo due tipidi prodotti. Il primo uccide tramite una sostanza particolare l’insetto. Ilsecondo è prevalentemente composto da oli che invece lo soffocano. Èimportante ribadire che gli shampoo che troviamo in farmacia sono del tuttoadatti alla pelle, specialmente dei bambini, e non sono assolutamente nocivi».Ma perché i pidocchi sono così resistenti?Talvolta, i pidocchi resistono anche dopo diversi lavaggi, come mai? «I pidocchi – ribadisce Simonetti – potrebbero sviluppare delle resistenze all’insetticida, andando così avanificare il processo di debellazione. Va ricordata, inoltre, l’importanza di puliregli indumenti, la federa del cuscino e le lenzuola a 60 gradi. Il pidocchionon può vivere senza il sangue che preleva dal nostro cuoio capelluto,ciononostante potrebbe sopravvivere due giorni su un cuscino o anche tra lepieghe di qualche peluche. Vanificando, dunque, i lavaggi fatti».Resta un'ultima questione da dirimere. Ilpidocchio, prurito a parte, può portare ad altri effetti collaterali? «Assolutamenteno», conclude Simonetti. «Quella del pidocchio è una figura anche stigmatizzata: ad esempio, non èsintomo di scarsa igiene. Inoltre, qualora il bambino dovesse averne, nonsarebbe neppure esentato dalla partecipazione a scuola. Chiaramente, bisognacontrollare sempre se vi dovessero essere casi in classe, ma non vi sonopericoli di altre malattie o infezioni».

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