Qatargate, arriva la stretta di Metsola su trasparenza ed eticaIl puntoIl lago torna verso la normalità dopo la furia del maltempoQuasi tutto il materiale alluvionale nel Verbano dopo i disastri in Mesolcina e Vallemaggia è stato raccolto - «Un lavoro eccezionale e coordinato,VOL ora chiediamo un incontro per capire come affrontare situazioni simili in futuro»A Locarno restano ancora alcune piccole cataste, ma la balneabilità e la navigabilità non sono più un problema Jona Mantovan27.07.2024 06:00Il Ceresio in aiuto del Verbano. Fatto. Doppi turni, fatto. Persone supplementari per accelerare i tempi. Fatto. Recuperate oltre 100 tonnellate di materiale al giorno, fatto. Sono stati giorni intensissimi, quelli vissuti a Locarno dal Consorzio per la pulizia delle rive e dello specchio d’acqua del lago, dopo le due grandi catastrofi che si sono abbattute nell’arco di due fine settimana tra Mesolcina prima e Bavona e Lavizzara poi. Quest’ultima a fine giugno, con un bilancio di sei morti, una persona in fase di accertamento e un’altra ancora dispersa. «Un lavoro eccezionale, che abbiamo apprezzato. Siamo rimasti impressionati dalla celerità e dall’efficienza, dalla coordinazione e dalla collaborazione messe in campo», racconta al Corriere del Ticino il sindaco di Tenero, Graziano Crugnola, fra l’altro membro del Convivio intercomunale dei sindaci del Locarnese. «Due settimane intense»«Ora la situazione è praticamente tornata alla normalità, grazie agli sforzi delle parti coinvolte. Ci complimentiamo con il consorzio e ora vogliamo guardare al futuro, chiedendogli, come convivio, un incontro per capire se sia possibile mettere a punto una strategia su casi simili che potrebbero capitare un domani. Per essere ancora più efficaci e per organizzarsi ancora più al meglio», precisa il 57.enne.Dalla «collina» - dove ha sede la casa comunale - alle rive del Campofelice - uno dei campeggi più grandi in Svizzera e che a ogni stagione ospita migliaia di turisti - il passo è breve. «Per due settimane abbiamo avuto sei, sette persone impiegate a tempo pieno e al lavoro in maniera continuata per pulire il legname che arrivava via lago, cercando di mantenere le rive pulite e fruibili agli ospiti», evidenzia il direttore della struttura, Simone Patelli, il quale afferma come il costo delle operazioni sia gravato sulle loro spalle. «Ma l’avevamo messo in conto, sappiamo che ogni tanto possono capitare situazioni simili. Chi ha un’attività sulle rive ha fatto molto da sé, sobbarcandosi le spese».«Lavoro incessante»Il nostro interlocutore ripercorre gli ultimi quindici giorni, nei quali all’inizio la situazione «è stata piuttosto disastrosa, ma poi è migliorata gradualmente. Nei giorni del ‘picco’, il lavoro era incessante. Ogni volta che ti giravi, trovavi nuovi detriti portati dal lago. Ma non solo. Bastava che il vento cambiasse direzione... ed eccotene di nuovi, provenienti da altre zone».Il 49.enne aggiunge che «i detriti circolano meno ora, ma ogni tanto vengono spostati dal vento. Questo si nota anche nelle zone delle bolle di Magadino, che si sono riempite di materiale. Quindi, l’emergenza non è ancora finita, ma la situazione è sicuramente più tranquilla».«Situazione unica»Flavio Pistone, segretario del Consorzio per la pulizia delle rive e dello specchio d’acqua del lago Verbano, sottolinea di non aver mai visto una situazione del genere in decenni. «Una situazione unica nell’arco di almeno trent’anni. Due eventi inaspettati e sorprendenti», dice il 61.enne. «Ancora oggi, capita di lavorare su giornate di nove o dieci ore, anche se l’emergenza è rientrata, per accelerare pure la pulizia di località che nei primi giorni non erano state toccate. Come Brissago, ad esempio, dove i detriti sono arrivati più tardi, spinti dalle correnti».L’esperto fa poi il punto della situazione: «La maggior parte del materiale è stata recuperata. È una sorta di gestione post-emergenza, ma il processo si è protratto nel tempo. Vedo che oggi lo Yacht di Ascona è in attività, oltre al fatto che ragazze e ragazzi al Centro sportivo di Tenero sono fuori con le piccole imbarcazioni a vela. Pericoli per la balneazione e per la navigazione, insomma, non ce ne sono più».«Un carico in più al giorno»Con il coinvolgimento di ditte private e vari partner, i rinforzi hanno toccato la ventina, trentina di persone. «Hanno affiancato i nostri due, più i due arrivati a dare man forte dal Ceresio. Lavorando su circa 20 chilometri di rive, hanno permesso di guadagnare almeno un carico al giorno. Parliamo di 10, 12 tonnellate di materiale a carico».Al capitolo costi, invece, la delegazione intende presentare «in tempi brevi» un’istanza per un contributo straordinario all’indirizzo del Cantone, a sostegno delle spese a carico dei Comuni nella lista dell’ente.La politica — «Un gruppo di lavoro sul futuro passaggio»«Coinvolgere realtà locali»Costituire un gruppo di lavoro dedicato al futuro di una «nuova Alta Vallemaggia» per definire le infrastrutture viarie, sportive, le attività agricole e economiche da ripristinare. Lo chiede una mozione al Consiglio di Stato di Cristina Zanini Barzaghi (prima firmataria con Samantha Bourgoin, Fiorenzo Dadò, Aron Piezzi e Beppe Savary-Borioli). Ma non solo. I granconsiglieri vorrebbero che fosse indetto un concorso che dia forma al futuro ponte di Visletto, oltre a chiedere la costituzione di un gruppo di lavoro per un nuovo paesaggio naturalistico di Fontana «con rappresentanti locali».In questo articolo: LocarnoLocarneseVerbanoLagoLago di LocarnoDisastriDisastro in Vallemaggia
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