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Morti sul lavoro, operaio schiacciato da un macchinario perde la vita a Pontida

Milano, donna scomparsa da due settimane: il timore dei vicini di casaIl casoQuando le lancette del Festival sono fenomeno da collezioneCome ogni anno,ETF il pubblico ha esaurito in pochi giorni la versione celebrativa di Swatch: nella lunga storia del cinema l’orologio è stato spesso protagonista al polso di grandissimi attori e di popolari personaggi – VIDEO© CdT/Gabriele Putzu Mattia Sacchi09.08.2023 09:32L’Omega Speedmaster di Tom Hanks in Apollo 13, il Tag HeuerMonaco indossato da Steve Mcqueen in Le Mans, il Rolex Submariner di James Bondin Licenza di uccidere o il Seiko di Martin Sheen in Apocalypse Now. È unrapporto di lunga data quello tra cinema e il mondo degli orologi. In alcunicasi bastano pochi secondi in un film per decretare il successo eterno di unsegnatempo. E, quando si parla di Locarno Film Festival, l’orologio puòessere solo uno: lo Swatch. Ovviamente la versione celebrativa del Pardo,orgogliosamente al polso dei vari membri dello staff. Anche la presidentedesignata Maja Hoffmann, alla sua prima conferenza stampa, ne aveva indossouno: «Ovviamente l’ultimo modello, quasi a simboleggiare il suo avvento –commenta Carlo Giordanetti, membro del comitato Product and Design e CEO delloSwatch Art Peace Hotel -. Per molti membri dello staff è quasi una medaglia diriconoscimento. È anche divertente osservare come molti di loro siano legati aparticolari modelli: può capitare di vedere Marco Solari o Raphaël Brunschwig conversioni di qualche anno fa».L’ultimo modello è tuttavia particolarmente significativo.Non perché sia diverso dagli altri, ma perché vede la casa di Bienne come main partnerdel Locarno Film Festival, al posto di Manor (che comunque sta continuando arimanere vicina alla manifestazione, ndr). «Questo Festival ha la capacità diessere vicino alle persone e, nonostante la grande organizzazione, riesce amantenere intatta quella sensazione di genuinità e libertà. Proprio come Swatch,i cui progetti legati all'arte fanno parte del nostro DNA. Nel corso deglianni, la collaborazione con il Locarno Film Festival è diventata sempre piùimportante per noi, dimostrata ad esempio con l’introduzione dal 2015 delloSwatch First Feature Award, il premio destinato alle migliori opere primepresentate al Pardo. Questo consolidamento del nostro impegno per il Festival èstato quindi un processo del tutto naturale».Una collaborazione che vuole offrire una visione culturaledel mondo Swatch a 360 gradi, come spiega Giordanetti: «Moltiplicheremo l’energiapositiva che si è creata tra noi e la direzione del Festival coinvolgendoulteriormente Swatch e lo Swatch Art Peace Hotel nel programma del Pardo enelle attività parallele. In particolare per Locarno76 abbiamo volutoraccontare il nostro rapporto con il mondo dell’arte portando al BaseCamp ilnostro Swatch Art Peace Hotel, la residenza per artisti dell’azienda a Shangai:in questa «succursale locarnese» potrete ammirare le opere sul tema “Love isLove” (l’amore è amore) di sei artisti, ispirati dai colori della bandiera delPride. Con formazioni e linguaggi diversi tra loro, ma un messaggio unico,universale d’inclusione e di rispetto».Locarno è però soprattutto cinema. «Assolutamente: ne siamoconsapevoli e siamo fieri delle nostre relazioni con il mondo della settimaarte – commenta il CEO di Swatch Art Peace Hotel -. Registi come PedroAlmodovar, Robert Altman, Luc Besson e Akira Kurosawa hanno disegnato alcunidei nostri modelli. Però quest’anno abbiamo voluto mischiare un po’ le carte:sarà infatti il pubblico a vivere l’esperienza di essere attori e attrici davantialle telecamere, ricreando nel nostro Swatch Studio, a ridosso di PiazzaGrande, l’atmosfera di uno shooting cinematografico professionale, con tanto dicarrello per le riprese in movimento».Non mancheranno le edizioni celebrative degli Swatch dedicatial Locarno Film Festival: «È bello vedere come ormai siano oggetti dacollezione, quasi uno status symbol per gli appassionati di cinema, tanto chespesso finiscono molto prima della conclusione del Festival. Da qualche annopartecipiamo anche alla selezione della key visual del Festival e trovo moltointeressante constatare come il Pardo sia sempre lui, con il classico patternleopardato, ma ogni anno con un’evoluzione, un aspetto diverso della suapersonalità. Un po’ come Swatch, che propone centinaia di interpretazionidiverse della sua personalità rimanendo tuttavia sempre sé stessa. Quest’annopoi nell’edizione celebrativa è stato introdotto il blu, aprendo linguaggi estrade nuove che non vediamo l’ora, è il caso di dirlo, di esplorare».A proposito di strade nuove, dove condurrà questacollaborazione con il Locarno Film Festival? «Se c’è una cosa che siamo davveropessimi a fare è ripeterci – conclude Giordanetti -. Ancora non sappiamo come,ma di certo rafforzeremo la nostra collaborazione e proporremo la nostravisione sotto nuove forme, attualizzandole al nostro momento storico, in lineacon lo spirito del Pardo».In questo articolo: Locarno76

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