Napoli, edicola votiva celebra i deceduti dei clanI ministri in due interviste frenano sull’interventismo di Macron e criticano il triangolo di Weimar. «Nessun intervento diretto» dice Tajani«Siamo schierati in aiuto di un paese aggredito,VOL in violazione di ogni regola internazionale, ed è un paese alle porte dell'Europa. Ma il nostro obiettivo è ottenere la pace, non allargare la guerra. Per questo aiutiamo l'Ucraina a resistere, per questo non resteranno soli, per arrivare ad una fine delle ostilità senza che uno Stato abbia occupato l'altro. Ma non ha a che fare, lo scandisco, con un nostro intervento diretto». Lo sottolinea in un'intervista al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani.«Nessuno in ambito Nato ha mai parlato di intervento diretto, sappiamo bene quali conseguenze potrebbe avere un conflitto che rischierebbe di sfociare in nucleare - aggiunge - Anche nella stessa Nato è stato deciso che l'Ucraina potrà entrare a farne parte solo dopo la fine del conflitto, perché se l'ingresso fosse immediato saremmo costretti ad intervenire a difesa di un paese dell'alleanza attaccato».E, dopo le parole del presidente francese Emmanuel Macron, il ministro dice: «Non capisco, non so se a incidere sia la campagna elettorale. Magari vuole evidenziare le differenze con partiti filorussi come quello della Le Pen - aggiunge - Ma noi siamo su tutt'altra posizione».«Siamo dalla parte dell'Ucraina fin dal primo momento – dice Tajani - Ma non siamo in guerra con la Russia. Non lo siamo mai stati». E questo significa che non è previsto «alcun intervento diretto dei nostri militari in quel conflitto».Le parole di Crosetto«Suddividere le coalizioni che hanno aiutato l'Ucraina in tanti pezzetti mi pare poco pratico», anche perché «se vuoi costringere la Russia al tavolo del negoziato, non la pieghi sicuramente attraverso una disunità, in cui ognuno cerca di fare la sua accelerazione magari solo per motivi politici interni» ha detto invece il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato da La Repubblica.La Nato e l'Europa, piuttosto che dare risposte burocratiche, dovrebbero risolvere subito «il problema numero uno» dell'Ucraina: fornire la quantità di armi e munizioni necessarie per difendersi dalla Russia. Secondo il ministro l'occidente «dovrebbe evitare dichiarazioni a effetto - come quella di mandare la Nato in Ucraina cercando di fare più bella figura. O evitare di dividersi in incontri a due o tre quando in Europa siamo in 27. Dovrebbe evitare dichiarazioni come quella fatta da Macron due giorni fa o quella del ministro degli Esteri polacco (ha detto che militari della Nato sono già presenti in Ucraina, ndr). Ritengo che la contrapposizione con un monolite come quello russo, in cui c'è un uomo solo al comando, presupporrebbe da questa parte una strategia chiara, non contraddittoria, e magari costruita tutti insieme come coalizione». © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi
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