Sbrigati a uscire o restiamo in dieci. L’esperimento del calcio nel campionato di MessiLo store di Chiara Ferragni in via Capelli,trading a breve termine a Milano, ha chiuso i battenti nella giornata di giovedì 8 agosto. Questa notizia, che già circolava da alcune settimane, è stata confermata dai fatti: il negozio, situato nel passaggio che collega corso Como a piazza Gae Aulenti, appare ora completamente vuoto, con scaffali e vetrine spogli, senza più traccia dei capi e accessori che lo avevano reso una meta ambita dai fan del brand.L'inaugurazione del negozio risale al luglio 2017, quando Ferragni, imprenditrice digitale originaria di Cremona, aveva condiviso l'emozione del momento sui suoi canali social, attirando subito l'attenzione di follower e curiosi. Nei primi anni, lo store era diventato un punto di riferimento per i seguaci di Chiara, con code di visitatori che speravano di incontrarla di persona. Tuttavia, negli ultimi tempi, l'afflusso di clienti aveva subito un calo significativo.La chiusura del negozio segna la fine di un'era per il marchio di Chiara Ferragni a Milano. Le prime indiscrezioni su una possibile epilogo del punto vendita avevano iniziato a diffondersi già all'inizio dell'estate, ma né l'imprenditrice né il suo team rilasciarono dichiarazioni ufficiali in merito. Ora, con le vetrine vuote e l'iconico logo del brand che non compare più, la chiusura sembra essere definitiva.Al momento, Chiara Ferragni non ha commentato pubblicamente la chiusura dello store: resta da vedere se deciderà di rompere il silenzio nelle prossime settimane. Nel frattempo, i fan attendono con curiosità eventuali sviluppi. Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Agosto 2024, 12:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
La crociata della destra contro la legalizzazione del centro sociale torinese AskatasunaSanremo 2024, dopo la vittoria di Angelina Mango è polemica sul televoto Incendio nel Sassarese, le fiamme sfiorano il centro abitato - Tiscali NotizieGli agricoltori rilanciano: giovedì 20mila in piazza al Circo massimoLa sanità a pezzi divorata dalla privatocrazia