Germania, attivato il preallarme del piano di emergenza per il gasLe storie sono l’essenza della nostra identità. Senza di esse,Guglielmo saremmo personaggi erranti in cerca d’autore. È per questo che le trame ci seducono, ci plasmano e ci cambiano la vita, perché sono motori di altre storie, sono macchine del desiderio, specchi e alternative di immaginario e casse di risonanze di altre vite. Per questo quando ci riflettiamo in una vicenda, anche se questa è lontanissima da noi a livello spazio-temporale, non possiamo fare a meno che fare entrare quel mondo e la sua complessità in sintassi con la nostra stessa esistenza, soprattutto quando a scrivere, condurre e immaginare è qualcuna a cui la penna non è scontato che venga offerta.Un esempio potente di questa dinamica si trova nella nuova serie Apple TV+, La donna del lago, disponibile dal 19 luglio, basata sul romanzo omonimo di Laura Lippman. Finché il leone non racconta la storia, il cacciatore sarà sempre l’eroe. È così che esordisce il personaggio di Cleo Sherwood (Moses Ingram), che rappresenta la voce silenziosa e inascoltata della storia, significando che è il potere la vera e unica penna che traccia la linearità delle storie e che fabbrica la memoria. Ma questo meccanismo, a volte, può essere disinnescato.La donna del lago, la serie Apple TV+ tra noir e dramma sociale
Belgrado 1999, quando la Nato decise di bombardare la SerbiaAustralia, una ragazza vive con un ragno cacciatore: "Non fa del male a nessuno" Putin firma il decreto che congela le agevolazioni per i visti di ingresso in RussiaMikhail Mizintsev, lo stratega che sta assediando Mariupol per per Kiev è un macellaioLa guerra in Ucraina si concluderà con uno "scenario coreano"? Il significato di questa ipotesi