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Madonna di Fatima, si festeggia oggi 13 Maggio la sua prima apparizione

Manfredi Lefebvre: chiuso definitivamente il contenzioso con Attel FinanceLa pausa sarà quotidiana dalle 8 alle 19. L’Idf ha coordinato questa finestra umanitaria con le Nazioni Unite e altre agenzie umanitarie. Il primo ministro israeliano ha però smentito e dichiarato che i combattimenti a Rafah continuano. Scontro tra governo ed esercitoL’esercito israeliano ha annunciato una finestra umanitaria di undici ore al giorno,VOL «una pausa tattica nell’attività militare» nel sud della Striscia di Gaza per consentire l’arrivo e la consegna di aiuti umanitari. La pausa inizierà nella zona di Rafah, la città al confine con l’Egitto, dove fino a inizio maggio si era rifugiato più di un milione di persone. La pausa sarà quotidiana, dalle 8 alle 19 ora locale, fino a nuovo avviso, ha fatto sapere l’esercito, precisando che questa decisione è stata coordinata con le Nazioni Unite e le agenzie umanitarie internazionali. Durante queste ore, per i camion di aiuti umanitari dovrebbe essere più semplice raggiungere il valico di Kerem Shalom, nel sud, controllato da Israele, e viaggiare in sicurezza verso l’arteria principale che va da nord a sud, l’autostrada Salah-a-Din, per riuscire a consegnare anche in altre parti della Striscia di Gaza. Non è chiaro però se le forze di difesa israeliane garantiscano o meno la sicurezza dei convogli che si sposteranno sull’autostrada, lungo tutta la Striscia.I dati dell’ufficio umanitario delle Nazioni Unite (Ocha) sottolineano come gli aiuti siano stati ridotti drasticamente. Dal 6 maggio al 6 giugno, sottolinea il Guardian, le Nazioni Unite hanno ricevuto una media di 68 camion al giorno. Un mese prima, la media era di 168 camion, mentre per aiutare tutti quelli che ne hanno bisogno, servirebbe una media di 500 camion giornalieri. MondoLa disperata corsa a ostacoli per portare gli aiuti a Gaza. Lo spettro della carestiaGiovanni LegoranoLo scontroPoche ore dopo l’annuncio dell’esercito israeliano, l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che quando ha appreso la notizia l’ha definita «inaccettabile». Lo riporta il quotidiano Haaretz, aggiungendo che dopo il chiarimento «il primo ministro è stato informato che non vi è alcun cambiamento nella politica dell’Idf e che i combattimenti a Rafah continueranno come previsto».Ma le forze di difesa, scrive Haaretz, hanno respinto le critiche di Netanyahu, smentendo le dichiarazioni secondo cui il governo non sarebbe stato informato della decisione. L’esercito ha affermato che si tratta di una «decisione militare» e che Netanyahu aveva recentemente incaricato i capi della sicurezza di aumentare gli aiuti a Gaza e di consentire un accesso più sicuro agli operatori umanitari, alla luce della nuova udienza della Corte internazionale di giustizia e degli incidenti in cui operatori sono stati uccisi dal fuoco dell’Idf.Crisi umanitariaLa situazione umanitaria sta peggiorando sempre di più e, al contempo, è sempre più complesso far entrare i camion per distribuire gli aiuti umanitari. Fino agli inizi di maggio, a Rafah era presente oltre un milione di sfollati ma, dall’inizio dell’offensiva sulla città meridionale, i gazawi sono scappati nuovamente dirigendosi in altre parti della Striscia, al centro e al sud, in zone che sono state distrutte e abbandonate. La maggior parte ora vive in condizioni disumane, in tendopoli fatiscenti, scrive il Guardian, utilizzando trincee come latrine, con fognature a cielo aperto. L’ente militare israeliano che sovraintende la distribuzione degli aiuti, Cogat, smentisce che ci siano state restrizioni. Gran parte dei camion però sono stati bloccati ai valichi senza riuscire a raggiungere chi ne aveva bisogno. Il Cogat ha accusato l’Onu di aver accumulato i carichi al valico Kerem Shalom, dal lato di Gaza, per «problemi logistici», ma le Nazioni Unite hanno respinto questa versione, evidenziando che sono i combattimenti a rendere troppo pericoloso viaggiare all’interno della Striscia. Le agenzie dell’Onu denunciano da tempo che migliaia di persone sono sull’orlo della carestia. Dall’inizio dell’offensiva israeliana su Gaza, otto mesi fa, sono stati uccisi almeno 37.296 palestinesi, secondo i dati del ministero della Sanità della Striscia.Perdite dell’IdfLa notizia della pausa tattica è arrivata dopo una giornata di perdite, tra le più pesanti dall’inizio dell’offensiva via terra, nelle file dell’esercito israeliano. Sabato sono morti otto soldati in un’esplosione che ha colpito il veicolo corazzato su cui viaggiavano vicino a Rafah. Altri due militari hanno perso la vita nei combattimenti nel nord della Striscia.  MondoGaza è sempre più isolata: gli aiuti ci sono, ma non arrivano© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi

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