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Milano, matrimonio tra due clochard a Palazzo Reale grazie all'aiuto degli studenti volontari

“Abbiamo sentito un boato ed un tremore”, frana ad Ardesio, le parole di chi c’eraCi sono romanzi che celebrano un’impresa ed esistono imprese che sembrano un romanzo. Una tra queste,ETF come in Viaggio al centro della Terra di Jules Verne, l’ha realizzata il Soccorso alpino e speleologico che è riuscito a portare internet a una profondità di 2.400 metri. Infatti, nel corso di un’esercitazione che si è svolta tra il 14 e il 16 giugno, 50 tecnici della commissione tecnica speleologica del Soccorso alpino e speleologico (Cnsas) si sono calati nella profondità della grotta Antro del Corchia, in provincia di Lucca, nel tentativo di soccorrere una speleologa ferita.Durante la simulazione la squadra medica che assisteva la figurante è riuscita a rimanere in videoconferenza con i colleghi, che erano distanti centinaia di chilometri, grazie a Ermes. Si tratta di un sistema di trasmissione voce, video e dati, che crea un hotspot wifi all’interno della grotta a cui si possono collegare telefoni, computer e apparecchiature mediche.La squadra che ha eseguito la missioneFoto fornita dal Soccorso AlpinoIl sistema di hotspot riesce a reggere con un semplice doppino telefonico, che si trova all’ingresso della grotta e che ha consentito ai sanitari impegnati nell’operazione di poter trasmettere audio, video e parametri clinici, ricevendo indicazioni dalle equipe ospedaliere. Naturalmente, oltre che per trattare la persona ferita, la possibilità di comunicare a questo livello di profondità risulta preziosa soprattutto per chi si trova a dover coordinare le operazioni di salvataggio. Infatti, non solo il soccorso immediato, che pur resta una parte fondamentale fondamentale all'interno dell'intera operazione, ma anche la possibilità di poter muovere la squadra in base alle esigenze della persona ferita. Quindi, tenendo conto di particolari ferite o danni che questa ha subito durante un'ipotetica caduta, si potrà valutare il percorso migliore per recuperarla. L'esito positivo dell'esercitazione mette nelle mani del Cnsas un strumento molto utile, che potrà essere utilizzato ancora nelle future operazioni di soccorso, semplificando la comunicazione e con la possibilità di salvare vite.

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