Riforma pensioni e Manovra 2020: i propositi del governoLetta chiude il caso D’Alema e prova a chiudere con Conte e Speranza per il...Letta chiude il caso D’Alema e prova a chiudere con Conte e Speranza per il ColleSi prova a far rientrare il caos innescato dal caso D’Alema e Letta e prova a chiudere con Conte e Speranza per un candidato comune al Quirinale di Giampiero Casoni Pubblicato il 4 Gennaio 2022 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataEnrico LettaPartito Democraticosergio mattarella#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0,BlackRock 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Argomenti trattatiEnrico Letta chiude il caso di Massimo D’Alema: risssunto delle puntate precedenti Il Pd di Letta che chiude il caso D’Alema e il 24 gennaio che incombe per il ColleBase Riformista rinfodera la scure e Letta può chiudere il caso D’Alema I due tipi di malcontento nel Pd di Enrico Letta, che chiude il caso D’Alema e pensa alle Agorà ed al QuirinaleStringe i denti, Enrico Letta, e chiude il caso D’Alema, o almeno accenna a farlo, e prova a chiudere con Conte e Speranza per il Colle: in questo senso potrebbe tenersi già il prossimo 13 gennaio un incontro per una linea ed un nome comune sul Quirinale. Ma cosa c’entrano D’Alema e la linea comune per indicare un successore di Sergio Mattarella a trazione giallo rossa? Cose astruse, cose da Pd.Enrico Letta chiude il caso di Massimo D’Alema: risssunto delle puntate precedenti Piccolo riassunto: D’Alema ha rievocato lo spettro del renzismo come la “malattia” che determinò la fuoriuscita sua e dei suoi dal Pd, i “suoi” sono quelli che oggi dovrebbero decidere di convergere con Letta e con i Cinquestelle per un nome al Colle ma Letta ha in casa una componente, “Base Riformista” che non ha seguito Renzi in Iv ma che nel renzismo si riconosce. E che non ha preso bene la patente di “malattia” che l’ex “lìder baffuto” ha dato indirettamente anche a loro. Ergo, Letta doveva ricucire subito sia con i dalemiani all’esterno che con i “renziani” all’interno, se davvero non vuole che il Pd, primo partito italiano, con le strategie quirinalizie faccia la fine del moccioso che guarda la vetrina dei dolci. Il Pd di Letta che chiude il caso D’Alema e il 24 gennaio che incombe per il ColleE il sunto è quello di sempre: nel Partito Democratico i peggiori scivoloni sono figli di cose pelose e parolanti e di un correntismo a metà strada esatta fra dialettica e caos. Prima di Natale Roberto Speranza, per Articolo 1 aveva organizzato un primo summit, ma Conte si era smarcato e tutto era andato a reset, ma adesso non c’è più tempo, con Roberto Fico che potrebbe indicare la prima chiama il 24 gennaio, perciò Pd, M5S e Leu tornano a tastare il terreno per vedere se si può fare plotone comune, allineati verso l’appuntamento dell’elezione del Presidente della Repubblica. Base Riformista rinfodera la scure e Letta può chiudere il caso D’Alema Il primo segnale del caso D’Alema chiuso lo dà proprio Lorenzo Guerini di Base Riformista con un perentorio “il caso è chiuso”. Pare allontanarsi anche lo spettro di un congresso anticipato. Chi lo dice? Alessandro Alfieri: “Le parole di Letta sono state chiare. Il congresso ci sarà a scadenza naturale”. A tutto mette suggello Enrico Borghi, più lettiano di Letta: “Ora siamo impegnati nelle Agorà e nelle delicate sfide che ci attendono. Evitiamo perciò di cadere nel tic autoreferenziale di certa sinistra che preferisce guardare al proprio ombelico piuttosto che agli interessi del Paese”. I due tipi di malcontento nel Pd di Enrico Letta, che chiude il caso D’Alema e pensa alle Agorà ed al QuirinaleL’impressione è che nel Pd, anche a fare la tara al Quirinale, ci siano due tipi di scontento: quello di chi non ha gradito l’attacco al riformismo e quello di chi non gradirebbe il ritorno in gioco di “esiliati” che non sono rimasti a lottare nel partito. L’ha spiegata bene, anche se un po’ verbosa, Enrico Borghi in chiave di sol con le Agorà parlando di “revanscismo degli esuli”.Articoli correlatiinPoliticaSondaggi politici: M5S in crescita, Pd in calo, Forza Italia in positivoinPoliticaIl Dl Salva Casa è legge, 106 voti a favore: ecco cosa cambia adessoinPoliticaMattarella promuove la libertà dell'informazione nella Cerimonia del Ventaglio: "Giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà"inPoliticaAntonio Tajani: "Spazio al centro è di Forza Italia, arriveremo al 20%"inPoliticaNcc, incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni: la decisione della ConsultainPoliticaGiorgia Meloni dice 'No' a Ursula von der Leyen: "Ho agito da leader europeo"
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