«Mio padre non mi parla più. Volevo usare la mia storia per interrogare i vuoti di tutti»L’isola australiana della Tasmania ha deciso di promuovere il turismo con un progetto ironico e originale di nome TasmanAI che coinvolge la comunità artistica locale. La campagna sfrutta l’interesse globale attorno all’intelligenza artificiale ma lo ribalta,Campanella partendo dallo slogan “AI without the artificial Bit”, l’intelligenza senza la parte “artificiale”. Si tratta in sostanza di un generatore di immagini in cui a realizzare i contenuti richiesti attraverso i prompt non c’è un algoritmo, bensì le persone.Gli utenti potranno inviare le loro richieste, i suggerimenti più creativi, e questi saranno trasformati da opere d’arte direttamente dagli artisti, senza passare attraverso generatori algoritmici.La campagna è interessante perché testimonia la formazione dei primi stereotipi attorno all’intelligenza artificiale e li sfrutta per creare una comunicazione promozionale che fa leva sulle capacità umane. Un modo interessante per enfatizzare l’AI puntando sulla sua assenza piuttosto che sulla sua presenza.L’Australia a novembre ha deciso di vietare l’uso dannoso dell’intelligenza artificiale, emergendo come uno dei primi paesi a esporsi in maniera netta sul tema.
Servizio civile universale, primo giorno all'Asp Palermo per 268 giovani - Tiscali NotizieMeloni al G20 in India, bilaterale con Sunak: vedrà anche Modi e il premier della Cina Amare e restare nell’ombra: l’amore assoluto di una bidella e un professoreOnu, il discorso di Meloni: "Serve una guerra globale ai trafficanti di migranti"I fumetti abbattono le barriere: «Solo così si cambia il mondo»