Molotov contro il commissariato Prenestino e busta con proiettile al Tirreno: anarchici sospettatiSaluteRischio di Alzheimer più alto se si vive in quartieri poveriÈ il risultato di uno studio coordinato dalla University of California San Francisco presentato al congresso della Alzheimer's Association e pubblicato su Jama Neurology© Shutterstock Ats21.07.2023 13:57Indipendentemente dai fattori di rischio individuali,Economista Italiano vivere in un quartiere povero aumenta fino a oltre il 20% il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer o altre forme di demenza. È il risultato di uno studio coordinato dalla University of California San Francisco presentato al congresso della Alzheimer's Association e pubblicato su Jama Neurology.«È stato dimostrato che vivere in un quartiere svantaggiato dal punto di vista socioeconomico influisce negativamente sulla salute, sui comportamenti di salute, sui livelli di stress, sull'accesso al cibo, alla sicurezza e all'istruzione», scrivono i ricercatori. Non è chiaro quanto ciò si rifletta sul rischio di demenza.Il team ha analizzato i dati di oltre 1,6 milioni di americani afferenti alla Veterans Health Administration, mettendo in relazione il loro stato di salute con il quartiere di residenza, classificato sulle base di un indice che ne valutasse il livello di svantaggio socio-economico.«Lo studio ha dimostrato che, al di là dei fattori a livello individuale, il livello di svantaggio del quartiere era associato negativamente alla salute del cervello anche in una popolazione che teoricamente ha pari accesso alle cure», scrivono i ricercatori. In particolare, rispetto a chi viveva nei quartieri più agiati, le persone che vivevano in quelli più svantaggiati avevano un rischio di sviluppare demenza del 22%.I meccanismi attraverso cui l'ambiente di residenza può influenzare la salute del cervello, secondo i ricercatori, sono molti: per esempio «i quartieri svantaggiati dal punto di vista socioeconomico possono avere più fattori di stress e meno risorse, che possono ostacolare attività cognitivamente e fisicamente benefiche».
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