Spari contro il primo ministro di HaitiIl ministro Smotrich ha firmato il decreto per detrarre 35 milioni dalle tasse riscosse ai palestinesi per trasferirli alle famiglie degli ostaggi. I negoziati sono bloccati sulla richiesta a Israele di un impegno per la tregua permanente. Zuppi accompagna i primi pellegrini cristianiContando nella distrazione dei leader del G7 riuniti in Puglia e senza ulteriori pressioni da parte americana,ETF l’esercito israeliano continua la sua avanzata a Rafah e il ministro delle Finanze israeliano dell'ala di estrema destra e messianica, Bezalel Smotrich, in sordina ha firmato il decreto per detrarre 35 milioni di dollari dalle entrate provenienti dalle tasse dei palestinesi e trasferire i fondi alle famiglie i cui membri sono stati uccisi negli attacchi di Hamas. Due mosse che certo non favoriranno l’accettazione del piano per la tregua di Joe Biden.Israele riscuote le tasse dei palestinesi dal 1994, come parte dell'accordo di Parigi tra l'Olp e Israele, e deduce il 3 percento della somma come commissione per i costi di riscossione delle imposte. La somma totale è stimata attorno ai 220 milioni di dollari al mese, ed è ovviamente la principale entrata dell'Autorità palestinese per pagare stipendi dei funzionari amministrativi e di polizia e dei fornitori.La giornalista di Al Jazeera Nour Odeh, inviata a Ramallah in Cisgiordania, dice che si tratta di un passo senza precedenti per Israele. «Hanno legiferato sul denaro palestinese, dando al ministro delle Finanze israeliano il potere di fare di quel denaro ciò che ritiene opportuno, sia che si tratti di risarcire le famiglie israeliane colpite dagli attacchi palestinesi, sia che si tratti di indirizzarlo altrove, e ora lo sta mettendo in pratica» ha detto Odeh. «Questo potrebbe potenzialmente aprire le porte a una gravissima crisi finanziaria nell'Autorità Palestinese (AP), radicata nel fatto che Israele controlla molti aspetti della vita non solo dei palestinesi comuni, ma anche delle casse dell'AP che dovrebbe prendersi cura di loro» ha aggiunto.I palestinesi in questo momento sono in grave difficoltà anche perché le visite dei pellegrini cristiani sono praticamente ferme. Giovedì 13 però c’è stata la prima visita. «Siete coraggiosi. Ovvero, siete i primi di tanti pellegrini che tornano a visitare la Terra santa martoriata dalla guerra israelo-palestinese». Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha accolto con queste parole Matteo Zuppi, cardinale arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, e i 160 pellegrini giunti dall'Italia. Un segnale importante di solidarietà.G7 preoccupato per GazaI leader del G7 sono molto preoccupati per la situazione tra il nord di Israele e il sud del Libano e sostengono gli sforzi americani per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. È quanto si legge nella bozza di dichiarazione finale citata dalla Reuters e rilanciata da diversi media, secondo cui nel testo verrà riaffermato l'impegno per la soluzione a due Stati e si ribadirà la richiesta a Israele di astenersi da un'offensiva su larga scala a Rafah, «in linea con i suoi obblighi in base al diritto internazionale». Ma visitando l'unità antiterrorismo della polizia Yamam, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che lo stesso eroismo dimostrato nel liberare quattro ostaggi a Gaza durante lo scorso weekend «ci permetterà di sconfiggere i nostri nemici sia nel sud che nel nord, e di riportare i connazionali sani e salvi a casa».Lo riporta il Times of Israele. Un segnale poco rassicurante. MondoIl blitz non placa la crisi. Gantz si è dimesso, un colpo a NetanyahuVittorio Da RoldLa diplomazia in stalloPer il Times of Israel «i negoziati si sono bloccati sulla richiesta di Hamas di un impegno immediato da parte di Israele per una tregua permanente». Certo gli Stati Uniti, il Qatar e l'Egitto hanno concordato che ora l'obiettivo è quello di convincere Hamas ad accettare il piano originario presentato dall'Amministrazione Biden per un cessate il fuoco a Gaza, quindi senza modifiche, scrive Axios citando un alto funzionario israeliano ma le posizioni sembrano sempre più distanti.Che le cose non volgano al bello lo rivela anche la decisione del segretario di Stato Antony Blinken che ha detto che se i colloqui per il cessate il fuoco non funzionano, «vedremo cosa possiamo fare» per liberare gli ostaggi con passaporto americano da Gaza.Israele ha promesso anche di rispondere con la forza a tutti gli attacchi di Hezbollah dopo che il gruppo militante libanese sostenuto dall'Iran ha lanciato una raffica di razzi oltre confine per il secondo giorno consecutivo.«Israele risponderà con la forza a tutte le aggressioni di Hezbollah», ha detto il portavoce del governo David Mencer nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che «attraverso sforzi diplomatici o meno, Israele ripristinerà la sicurezza sul nostro confine settentrionale». I razzi, più di 200, sono stati sparati per ritorsione da Hezbollah per il generale ucciso nei giorni scorsi. E il capo delle Forze Armate libanesi, il generale Joseph Aoun, è a Washington. Funzionari citati da Axios affermano che gli Usa temono che Israele avvii una guerra con gli Hezbollah libanesi, senza considerare le conseguenze di un conflitto più ampio. MondoBlinken perplesso sulle richieste di Hamas: l’Onu accusa le parti di crimini di guerraVittorio Da Rold© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediVittorio Da RoldDopo essersi laureato alla facoltà di Storia e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano ha iniziato la carriera di giornalista nel 1986 a ItaliaOggi di Marco Borsa e Livio Sposito dopo aver collaborato all'Ipsoa di Francesco Zuzic e Pietro Angeli. Segue la politica estera e l'economia internazionale con un occhio di riguardo per tutto ciò che è ad Est rispetto all'Italia: dalla Polonia alla Turchia, dall'Austria alla Grecia fino ad arrivare all'Iran. È stato Media Leader del World Economic Forum.
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