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Un uomo dorme in mutande sul tetto dell'auto, viene scoperto con le telecamere in casa

Vaiolo delle scimmie, la Spagna conferma il primo morto"Rischio conseguenze catastrofiche da conflitto regionale"29 luglio 2024 | 17.17Redazione AdnkronosLETTURA: 2 minuti.social-icon-cont a.ico-verify { background: transparent;}.arpage .social-share .social-icon-cont a.ico-verify img { width: 116px;height: 32px;padding: 0;margin-right: 10px;}Dopo l'attacco di Hezbollah a Majdal Shams e la possibile rappresaglia israeliana "si lavora giorno e notte per cercare di diminuire le tensioni" ed evitare un conflitto regionale che "avrebbe conseguenze catastrofiche". Lo dice all'Adnkronos il portavoce della missione dell'Onu in Libano (Unifil),Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock Andrea Tenenti, dinanzi al rischio di escalation tra Israele e il Paese dei Cedri."Il tragico incidente a Majdal Shams, che ha ucciso dodici ragazzini, ha portato in qualche modo in evidenza la drammatica situazione che qui si sta vivendo da dieci mesi. Perché in Libano le uccisioni sono quotidiane, probabilmente non hanno avuto la stessa risonanza di queste ultime, ma sono stati più di cinquecento ad aver perso la vita in questi dieci mesi - denuncia Tenenti - Non è una novità, certo una situazione come questa è preoccupante e qualsiasi escalation o miscalculation potrebbe appunto ampliare il conflitto, non più solo sulla Blue Line". "Tutti quanti stanno lavorando giorno e notte per cercare di diminuire le tensioni; non solo la missione Unifil con i canali aperti con entrambe le parti, ma anche la comunità internazionale, americani, francesi, paesi arabi. Grosso lo sforzo per cercare di far sì che quanto accaduto non possa portare a un conflitto molto più ampio. Nessuno vuole il conflitto, nessuno lo vuole iniziare, però c'è sempre il problema che errori come questo possano ampliarlo - avverte - Però tutti sono consapevoli che un conflitto tra questi due paesi non sarebbe solo tra Libano e Israele, ma sarebbe un conflitto regionale con conseguenze catastrofiche per entrambi i paesi. L'unica soluzione che vediamo è politica o diplomatica, non militare, quindi è importante che tutti quanti al momento si focalizzino nel cercare delle soluzioni che possano portare a alla fine delle ostilità".E la missione Unifil, al momento, mantiene intatto il dispositivo o è previsto un ridimensionamento delle forze? "I pattugliamenti rimangono e non è previsto alcun rientro - assicura Tenenti - La presenza di più di 10mila soldati da 49 paesi è in qualche modo anche un deterrente per un conflitto più ampio. La risoluzione 1701 (del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, intesa a risolvere la guerra del Libano del 2006) viene considerata da tutti come l'unica soluzione questo conflitto, se fosse implementata da entrambe le parti ci sarebbe stabilità per entrambi i Paesi. Intanto, si continua a pattugliare giorno e notte, a garantire assistenza alla comunità locale. Questo non è cambiato. L'opera di Unifil rimane intatta, con le varie problematiche che viviamo quotidianamente di sicurezza sulla linea blu". (di Silvia Mancinelli)

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