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Michigan Air Show, l'esplosione di un camion provoca la morte di una persona

La donna con gli zigomi più grandi del mondo: irriconoscibile in una foto di sei anni faLA CROCERiflessioni in rime di Mauro Carlesso,-Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock scrittore e camminatore veganoCroce ed orizzonte dal Monte Cadrigna- Alta Val Veddasca- (ph. Mauro Carlesso) Mauro Carlesso, scrittore e camminatore vegano, ha recentemente condiviso un’esperienza di cammino in solitaria nell'alta Val Veddasca, una valle ancora "selvaggia" che collega Luino, sulla sponda lombarda del lago Maggiore, alla regione elvetica del Gambarogno. Durante una giornata di bel tempo, Carlesso è salito fino alla cima del Monte Cadrigna, situato a 1.304 metri di altitudine.Arrivato intorno alle 10 del mattino, ha trovato ispirazione nel silenzio e nella solitudine del luogo, incantato dal paesaggio e rapito dalla bellezza della natura.In quel momento, Mauro ha scritto una breve poesia, nata dall'amarezza e dalla bellezza del mondo. Il messaggio contenuto nei suoi versi può essere dedicato a un caro scomparso, a un amore mai nato, a un affetto finito o alle brutture della società contemporanea.Tuttavia, tutto ciò è mediato e ammorbidito dalla meraviglia e dallo stupore per la bellezza del Creato, sempre presente e simboleggiato dall’onnipresente Croce.Le sue parole riflettono i capisaldi del suo modo di vivere il cammino: montagna e riflessione, lago e orizzonti. La sua esperienza nella Val Veddasca diventa così un momento di profonda contemplazione, dove la bellezza della natura si intreccia con i pensieri e le emozioni umane, creando un’armonia tra il paesaggio esterno e il mondo interiore del camminatore.LA CROCEsotto il cielo terso e commovente, si stende il lago,un lago placido a cui fanno da corona le montagne.Il lago ci ha uniti.La montagna ci ha legati.E su ogni montagna che guarda il lago c'è sempre una Croce.A benedire o maledire.Ed ognuno ha la sua, di Croce.Una Croce che a portarla da soli è eroico.Ma è anche sfinente.E la Croce si chiama tristezza,solitudine,desiderio,delusione.Alle volte si chiama anche beatitudine.Altre volte gioia,felicità,letizia.Ma la Croce si chiama sempre fatica.Allora a consolare restano il sole, il lago e le montagne.Ma resta soprattutto l'orizzonte.Quell'orizzonte fatto per guardare lontano.Per cercare, con lo sguardo,se arriva qualcuno.Qualcuno che conosciamo,o che crediamo di conoscere,e che aspettiamo. Sempre.Con gioiao con dolore,sotto la Croce, tra le montagne, sopra il lago. Mauro Carlesso Scrittore e camminatore vegano

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