Ucraina, prime crepe nel Governo di Zelensky: il caso della CrimeaUn’Alleanza atlantica più compatta ha irritato le due super potenze. In un quadro da guerra fredda,investimenti Crosetto ha firmato con Francia, Germania e Polonia un patto su armi a largo raggioUna Nato che non ha più «l’encefalogramma piatto» come aveva pronosticato Emmanuel Macron, e per di più schierata senza incertezze al fianco dell’Ucraina, non piace affatto alla dirigenza del Cremlino e fa irritare anche la Cina di Xi Jinping che, condannata come «grande facilitatore» dell’aggressione russa, reagisce a sua volta accusando i leader riuniti a Washington per il 75esimo anniversario dell’organizzazione atlantica di ricreare artificialmente un clima di guerra fredda.Mosca fa capire di non aver gradito la fornitura all’Ucraina di F-16 da parte di alcuni Paesi Nato, né lo schieramento dei missili americani a lungo raggio in Germania, qualcosa di simile a quando Washington nel 1979 schierò i Pershing e i Cruise in Germania e Italia, per arginare la minaccia degli SS-20 dell’Urss.«La Nato dovrebbe smetterla di enfatizzare la cosiddetta minaccia cinese e di provocare scontri e rivalità, e fare di più per contribuire alla pace e alla stabilità del mondo», ha dichiarato un portavoce della missione di Pechino presso l’Ue in una nota sul suo sito web, pubblicata poco dopo la chiusura dei lavori al Convention Center.La Cina, che teme ritorsioni commerciali europee su iniziativa di Washington, «non è responsabile della crisi in Ucraina e ha ribadito il suo impegno a promuovere il dialogo e a cercare una soluzione politica, posizione che ha ricevuto il sostegno della comunità internazionale» ha chiarito il portavoce. L’ambasciata ha indicato che Pechino ha una politica di «non fornire armi letali a nessuna delle parti in conflitto e di esercitare uno stretto controllo sull’esportazione di beni a duplice uso, compresi i droni civili».«La Nato dovrebbe riflettere su sé stessa e intraprendere azioni concrete per allentare la tensione e risolvere il problema», ha sottolineato nella dichiarazione lunga ma un po’ lacunosa.La Nato e KievAnche la Russia reagisce alla prova di compattezza della Nato. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha affermato che la dichiarazione del vertice a Washington rappresenta «una seria minaccia per la sicurezza della federazione russa» e che per questo saranno «necessarie misure ponderate, coordinate ed efficaci per contenere l’Alleanza atlantica.La Nato è di fatto pienamente coinvolta nel conflitto attorno all’Ucraina». Lo spalleggia il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, l’ipernazionalista Dmitry Medvedev: «Mosca deve impegnarsi per far scomparire l’Ucraina e la Nato», ha affermato pesando come di consueto le parole.Non tranquillizza scoprire che gli Stati Uniti e la Germania hanno sventato un complotto della Russia per uccidere l’ad di una società tedesca che produce e invia armi all’Ucraina. Lo riporta la Cnn. MondoLa Nato invia F-16 e Patriot a Kiev: un’alleanza “a prova” di TrumpVittorio Da RoldLa firma dell’ItaliaIn questo quadro da guerra fredda, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha firmato con gli omologhi di Francia, Germania e Polonia la lettera di intenti sul cosiddetto Elsa (European Long-Range Strike Approach), il piano finalizzato a «migliorare la nostra capacità, come europei, di sviluppare, produrre e fornire capacità nel campo degli attacchi a lungo raggio, che sono estremamente necessarie per scoraggiare e difendere il nostro continente».Zelensky ha invece firmato un accordo di sicurezza con la Romania «per rafforzare la sicurezza nella regione del Mar Nero. L’Ucraina riceverà il sistema Patriot e il sostegno alla nostra industria della difesa dalla Romania. Inoltre, la Romania, insieme ai nostri partner, sosterrà il centro di addestramento F-16 per i piloti ucraini».Un altro segnale di compattezza che a Mosca non piacerà affatto. MondoExport di armi, così l'Italia rifornisce i paesi in guerra in deroga alla legge (che Meloni vuole modificare)Futura d'Aprile© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediVittorio Da RoldDopo essersi laureato alla facoltà di Storia e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano ha iniziato la carriera di giornalista nel 1986 a ItaliaOggi di Marco Borsa e Livio Sposito dopo aver collaborato all'Ipsoa di Francesco Zuzic e Pietro Angeli. Segue la politica estera e l'economia internazionale con un occhio di riguardo per tutto ciò che è ad Est rispetto all'Italia: dalla Polonia alla Turchia, dall'Austria alla Grecia fino ad arrivare all'Iran. È stato Media Leader del World Economic Forum.
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