In Italia si diventa padri tardi: primo figlio a 36 anniEconomia>Istat scettico sulla crescita: "Rischio calo del Pil"Istat scettico sulla crescita: "Rischio calo del Pil"L'istituto di statistica prevede una flessione del Pil nel secondo trimestre dell'anno. Diffuso anche il dato sul lavoro dipendente. di Antonella Ferrari Pubblicato il 20 Giugno 2019 alle 19:36| Aggiornato il 17 Settembre 2020 alle 15:53 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataistatlavoro#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0,Economista Italiano 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Nel secondo trimestre del 2019 il Pil potrebbe tornare a calare. Il dato viene evidenziato dall’Istat in occasione del Rapporto annuale. L’istituto di statistica ha infatti illustrato una nuova stima, secondo la quale “la probabilità di contrazione del Pil nel secondo trimestre è relativamente elevata”. I numeri, dunque, non sono confortanti, se si pensa che i primi tre mesi dell’anno si erano chiusi con un +0,1% e che lo stesso Istat aveva previsto, non molto tempo fa, una crescita dello 0,3% nel 2019. Secondo l’istituto, i progressi fatti “non sono stati sufficienti ad arrestare la dinamica del debito“. Il rapporto si occupa di raccogliere e organizzare i dati che mensilmente l’Istat diffonde, tracciando un quadro riferito all’anno passato.Il commento di BlangiardoSecondo il presidente, “questa è una valutazione fatta alla luce della informazioni più recenti disponibili”. “C’è un panorama internazionale in continuo movimento e nei nostri modelli teniamo conto anche di questo. Questo non vuol dire necessariamente che sia in discussione la stima fatta su base annua che riteniamo possa continuare a reggere perché riteniamo che nella seconda parte dell’anno ci possa essere una discreta tenuta“.Il dato sul lavoroA colpire all’interno del rapporto è anche il dato relativo al lavoro dipendente che ha subito una crescita importante nel corso del decennio. Rispetto al 2008, si contano inoltre 876 mila occupati a tempo pieno in meno e quasi un milione e mezzo di part time involontario in più. Per quanto riguarda la presenza di giovani nel mondo del lavoro, i numeri dicono che la fascia tra i 15 e i 34 anni è sempre meno presente tra gli occupati, ma risulta essere la fascia d’età più istruita: i laureati tra i 20 e i 34 anni passano infatti dal 16,3% del 2008 al 22% del 2018. La quota dei contratti a tempo indeterminato tra i giovani è invece scesa al 52,7%, mentre quella degli over 65 è aumentata di 1,1 punti. Infine, tra i giovani sono maggiormente rappresentate le professioni addette al commercio e ai servizi, e meno quelle qualificate.Articoli correlatiinEconomiaAeroporti bloccati e voli cancellati in tutto il mondo: guasti tecnici mettono a rischio le vacanze estiveinEconomiaLe novità per la pensione di vecchiaia dal 2027inEconomiaAnalisi dei crolli in Borsa: cause e conseguenzeinEconomiaSocial card "Dedicata a te": aumento dell'importo e nuove modalità di distribuzioneinEconomiaA novembre l’edizione nr. 7 del Mese dell’educazione finanziariainEconomiaAntitrust avvia istruttoria su 6 influencer: chi sono?
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