Governo Meloni: i piccoli Comuni contro lo stralcio delle cartelleL’arte di scrivere prompt efficaci,BlackRock nota come prompt engineering, è fondamentale per ottenere risposte di qualità da chatbot conversazionali come ChatGPT, Claude 2, Bing Chat e Google Bard. Questi servizi, infatti, pur essendo in grado di comprendere il linguaggio naturale, funzionano al meglio e producono output di maggiore interesse per l’utente quando i prompt vengono strutturati in modo completo, preciso e mirato. E non sempre confezionare un messaggio di input risulta semplice e immediato. Per questo motivo, vogliamo proporre una serie di consigli e best practices per sfruttare al massimo le funzionalità di questi sistemi. Come scrivere prompt perfetti?I temi trattati all’interno dell’articoloComunica con il chatbot come faresti con un bambinoFornisci il contesto e attribuisci un ruolo al chatbotEvita presupposizioni e ambiguitàSii specifico sul formato, lo stile e la lingua della rispostaEscludi le risposte indesiderateUsa frasi complete e grammaticalmente corretteSperimenta e personalizza i prompt per ogni chatbotIl prompt ‘perfetto’Comunica con il chatbot come faresti con un bambinoPer prima cosa, è essenziale comprendere che il chatbot opera (il più delle volte) seguendo le istruzioni fornitegli dal suo utilizzatore e, se mancanti o non fornite in modo appropriato, potrebbe rispondere un po’ troppo creativamente. Spiega chiaramente – e in senso letterale – al chatbot cosa vuoi che risponda, ponendogli una domanda diretta o chiedendogli di svolgere un compito specifico. Questo può sembrare un consiglio banale, ma il chatbot non ci legge la mente, per cui qualsiasi dettaglio fornitogli in sede di prompting avrà un impatto rilevante sulla qualità della risposta che ci proporrà. Ogni parola viene intesa – il più delle volte – in senso letterale, per cui parla al chatbot come se fosse un bambino estremamente colto e forbito e noterai una grande differenza.Fornisci il contesto e attribuisci un ruolo al chatbotPer lo stesso motivo, definire e limitare il contesto entro cui il chatbot dovrà operare aiuta il sistema a orientarsi e a rispondere in modo più mirato, evitando possibili fraintendimenti. Bisogna quindi fornire al chatbot tutte le informazioni contestuali rilevanti per permettergli di comprendere appieno la domanda e fornire una risposta completa e mirata.Attribuisci inoltre un ruolo al chatbot, così da spingerlo ad analizzare l’oggetto della domanda da un punto di vista specifico (es: “Sei un esperto di programmazione”). In questo modo, il tuo interlocutore AI risponderà alla domanda che gli porrai come se fosse una persona che ricopre il ruolo attribuito.Evita presupposizioni e ambiguitàFormula il prompt in modo chiaro, diretto e univoco, senza lasciare spazio a interpretazioni ambigue o alternative. I modelli di linguaggio non hanno a disposizione un contesto fisico da cui desumere – per esempio – il significato di una frase potenzialmente ambigua o da cui trarre informazioni non indicate verbalmente. Evita quindi assunzioni, sottintesi e implicazioni che potrebbero confondere il chatbot. Usa una terminologia precisa, letterale ed esplicita.Sii specifico sul formato, lo stile e la lingua della rispostaIndica chiaramente se vuoi una risposta in formato paragrafo, elenco puntato, tabella, ecc. Specifica il numero approssimativo di frasi, paragrafi o parole. Definisci lo stile di linguaggio desiderato: formale, informale, semplice, dettagliato, tecnico, accessibile, ecc. E non dimenticarti di indicare la lingua di output (soprattutto quando, oltre a una semplice richiesta, inserisci del testo informativo in lingue diverse). Più dettagli e indicazioni precise fornirai su formato e sullo stile, più la risposta sarà strutturata come desideri.Per aumentare la probabilità che la risposta generata sia rispondente alle tue esigenze, includi anche uno o più esempi pratici che aiutino il chatbot a capire precisamente il tipo di output, formato e stile linguistico che ti aspetti.Escludi le risposte indesiderateQuesto è un punto non necessario, ma, al fine di guidare ulteriormente il chatbot, oltre a indicare gli elementi positivi (ciò che vuoi), sottolinea le risposte da escludere. Indica quindi contenuti, formati, strutture, stili e dettagli da non considerare per permettere al sistema di focalizzarsi sugli elementi di interesse (es: “Non includere hobby che richiedono attività fisica”).Usa frasi complete e grammaticalmente corretteUn chatbot conversazionale non è un motore di ricerca. Chiedigli informazioni o attribuiscigli compiti utilizzando frasi complete e non solo parole chiave. Usa la punteggiatura correttamente ed evita errori grammaticali che potrebbero confondere il chatbot.Le frasi ben formate e senza errori aiutano il sistema a cogliere in modo chiaro e univoco ciò che gli stai chiedendo, con tanto di sfumature e dettagli.Sperimenta e personalizza i prompt per ogni chatbotOgni chatbot ha punti di forza e limiti diversi. Personalizza i prompt in base alle capacità specifiche del modello che stai utilizzando. Ad esempio, alcuni funzionano meglio con domande semplici, altri con richieste più articolate e contestualizzate. E i chatbot non sono statici: le loro abilità evolvono nel tempo.ChatGPT sta diventando ‘stupido’?Al fine di definire queste differenze, prova diverse versioni dei prompt, riformulandolo in modo leggermente diverso o aggiungendo/rimuovendo dettagli di volta in volta. Spesso, piccole modifiche alla lunghezza, stile, esempi, e struttura del prompt possono migliorare significativamente la qualità della risposta. Sii flessibile e prova approcci diversi nel tempo e a seconda del chatbot utilizzato.Il prompt ‘perfetto’Vediamo ora insieme un esempio di prompt molto semplice, ma che include tutti gli elementi essenziali: 1) contesto, 2) istruzioni, 3) indicazioni sul formato e sullo stile e 4) contenuti di riferimento e/o informazioni aggiuntive.Esempio:Sei un professore di astrofisica.Devi rispondere a una domanda posta da uno studente via email.Utilizza un linguaggio professionale, preciso, ma comprensibile.La domanda è: “Perché un buco nero non collassa?”Qui sotto, a titolo esemplificativo, le risposte ottenute con questo prompt da ChatGPT (3.5) di OpenAI e Claude 2 di Anthropic.La risposta di ChatGPTGentile studente,Ringrazio per la sua interessante domanda riguardo al collasso di un buco nero. Per comprendere meglio questa situazione, è necessario approfondire alcuni concetti fondamentali dell’astrofisica e della teoria della relatività generale di Einstein.Un buco nero si forma quando una stella massiccia esaurisce la sua energia nucleare e il suo nucleo collassa sotto la forza di gravità. Questo collasso è così intenso che la materia si comprime a densità estreme e il punto di collasso diventa ciò che chiamiamo singolarità, una regione di spazio-tempo dove le leggi fisiche tradizionali perdono il loro significato.Tuttavia, il processo di collasso non continua indefinitamente. La relatività generale ci insegna che la gravità è una forza che agisce sulla massa e l’energia, deformando lo spazio-tempo intorno a essa. In altre parole, il tessuto dello spazio e del tempo viene curvato dalla massa e crea un pozzo gravitazionale profondo. Quando la materia collassa durante la formazione di un buco nero, raggiunge un punto in cui la forza di gravità è così intensa che supera tutte le altre forze, inclusia la pressione di degenerazione degli elettroni o dei neutroni che solitamente previene il collasso stellare.A questo punto, la materia è concentrata in una regione estremamente piccola, ma la gravità continua ad agire su di essa. Tuttavia, proprio come una palla lanciata con sufficiente velocità può sfuggire alla gravità della Terra, la materia all’interno di un buco nero ha raggiunto velocità e energia sufficienti per evitare il collasso ulteriore e per resistere alla forza gravitazionale.In breve, un buco nero non collassa ulteriormente perché è arrivato a uno stato di equilibrio dinamico tra la forza di gravità che cerca di comprimere la materia e l’energia cinetica delle particelle che compongono il buco nero stesso. Questo equilibrio permette al buco nero di mantenere la sua struttura stabile, nonostante la sua altissima densità e la potente forza di gravità.Spero che questa spiegazione abbia chiarito il concetto del perché un buco nero non collassa. Resto a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti.Cordiali saluti,[Il tuo nome]La risposta di Claude 2Gentile studente,grazie per la sua interessante domanda sui buchi neri. Cercherò di spiegare in modo semplice perché un buco nero non collassa su se stesso.Un buco nero è un oggetto celeste che possiede un campo gravitazionale talmente intenso da non lasciare sfuggire nulla, nemmeno la luce. Ciò è dovuto al fatto che la massa del buco nero è concentrata in uno spazio estremamente ridotto.Tuttavia, questo non significa che il buco nero collassi ulteriormente. Infatti, all’interno del buco nero, la materia è compressa a densità incredibilmente elevate, ma essa esercita anche una pressione di degenerazione che bilancia esattamente la forza gravitazionale verso l’interno.In sostanza, le due forze opposte si equilibrano perfettamente, impedendo un ulteriore collasso del buco nero su se stesso. L’orizzonte degli eventi, il confine che delimita il buco nero, segna il punto di non ritorno oltre il quale nemmeno la luce può sfuggire, ma non implica un collasso infinito.Spero di essere stato chiaro nello spiegare questo affascinante fenomeno. Non esiti a contattarmi per qualsiasi altro chiarimento.Cordialmente,Prof. [il tuo nome]Come si può agevolmente intendere, un prompt perfetto non esiste, anche in considerazione dell’evoluzione nel tempo delle capacità dei singoli chatbot. Il prompt riportato, per esempio, è molto breve, ma indica i contenuti fondamentali affinché i chatbot interpellati offrano output precisi e mirati. Più numerosi sono i dettagli offerti, tendenzialmente maggiore è la precisione della risposta generata. Talvolta, però, less is more e domande brevi ma ben strutturate sono da preferirsi a papiri confusi e privi di punteggiatura, che non fanno altro che confondere i nostri assistenti AI.
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