Cina, danneggiata una diga nella provincia di Hunan: intere zone sommerseAlla scoperta del territorio in e-bike,ETF zona di Chia, per un'immersione totale nella natura Irene Righetti 7 agosto - 09:41 - CAPO SPARTIVENTO, DOMUS DE MARIA (SARDEGNA) La Sardegna è una terra di grande bellezza, un luogo che combina paesaggi mozzafiato con un’importante storia e cultura. Per chi desidera scoprire il lato più autentico e selvaggio della parte sud dell'isola, un tour in e-bike può essere la soluzione perfetta. Accompagnati da una guida-biker locale, vi portiamo alla scoperta di alcuni dei posti più suggestivi di questa area dell’Isola: tra Capo Spartivento, Perdalonga e lo stagno di Su Giudeu, habitat dei fenicotteri rosa, che ogni anno vi si radunano in grandi colonie. .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } Alla scoperta di Capo Spartivento accompagnati dalla guida Andrea (a sx) - Foto di alessandro Beltrame capo spartivento: tra storia e natura — Il nostro viaggio inizia a Capo Spartivento, uno dei punti più meridionali dell'isola. Questo promontorio, caratterizzato da pareti rocciose che si inabissano nel mare cristallino, punteggiato da macchie verdi di vegetazione mediterranea, offre panorami spettacolari sul Mar Tirreno. Con la parte più alta che vede campeggiare uno splendido faro costruito nel 1866 e che non a caso è uno dei più antichi della Sardegna (ed è tuttora in funzione). Come abbiamo raggiunto questo luogo?— Siamo partiti da Torre di Chia (una torre alta circa 13 metri e risalente al XVI secolo), dirigendoci a Cala Cipolla, costeggiando tutte le spiagge di sabbia chiarissima di Chia, da Su Portu a Su Giudeu, dove si trova lo stagno, famoso per ospitare i fenicotteri rosa. Dopo qualche chilometro abbiamo lasciato l’asfalto e pedalando lungo una strada sterrata che profuma di ginepro e sale, e abbiamo raggiunto il faro dove ci siamo fermati per godere di uno scenario mozzafiato. Da qui la vista verso Capo Teulada è incredibile! E dopo avere fatto qualche salita e discesa attorno al promontorio per cogliere ogni angolo di questo posto magico, ci siamo diretti nuovamente verso la baia, così da raggiungere l’ingresso dell’antica strada romana. .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } Foto di Alessandro Beltrame Ma prima di continuare abbiamo fatto una sosta al bar Mongittu, unico punto di rifornimento dove potere prendere uno snack e qualcosa da bere. E dopo avere riempito le borracce, abbiamo proseguito il nostro viaggio in bici, con tratti ripidi ma pedalabili. Poi siamo saliti e lo sguardo no poteva che posarsi sulle piccole baie dalle mille sfumature, che virano dall’azzurro chiarissimo al turchese. Con la parte centrale della strada romana che univa l’antica città di Bithia a quella di Nora, dove si trova un sito archeologico, e dove si perdono tutti i riferimenti con i luoghi abitati perché la natura prende il sopravvento e la fa da padrona. il percorso— Il percorso che abbiamo fatto è lungo circa 20 chilometri ed è prevalentemente pianeggiante, anche se in alcuni punti il sentiero si fa più stretto e occorre prestare molta attenzione. Da sottolineare che alcuni tratti sono in prossimità di strapiombi e se non si è esperti è preferibile portare la bici a mano. .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } Foto di Alessandro Beltrame Mette in luce la guida Andrea Mentasti di Ajoha, dove abbiamo noleggiato le bici: “Il rientro lungo la stessa strada fatta all’andata richiede un’abilità tecnica avanzata e l’alternativa è utilizzare un breve tratto della strada Statale 195 e della strada provinciale 71, in una cornice di roccia rossa, con macchia mediterranea e distese di fichi”. quando andare— Il periodo migliore per visitare in modo active questa zona è la primavera, quando le giornate sono lunghe e fresche e la natura è rigogliosa. Ma anche l'autunno, con i colori della che si fanno accesi e la temperatura è mite.Parti con un gruppo di sportivi come te, scopri i viaggi di Gazzetta Adventure e Tribala all'insegna dello sport e del divertimento nel mondo Leggi anche Tra terra e... mare: un viaggio nella Sardegna più autentica attrezzatura— La bici elettrica (ma per i più allenati anche una mountain bike muscolare), e poi casco (si può noleggiare in loco), guanti, occhiali da sole, e un pantaloncino con fondello da bici. Un tour in e-bike tra meravigliose baie, il faro di Capo Spartivento, Perdalonga e lo stagno di Su Giudeu è un'esperienza che combina avventura, sport, e contatto con la natura. Che siate amanti della natura, del mare, del birdwatching, esplorare l’isola in e-bike vi darà l’opportunità di scoprire la Sardegna in modo autentico ed ecologico. Turismo Sportivo: tutte le notizie Active: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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