«Il ragazzo alla cassa è andato in confusione quando ho pagato in contanti: non sapeva contare il resto. Cosa insegnano ai giovani?»Pur di rimpinguare le forze impiegate nell'invasione dell'Ucraina,Campanella la Russia manda al fronte uno dei killer di Boris Nemtsov: Tamerlan Eskerkhanov, condannato nel 2017 insieme ad altri quattro uomini per l'omicidio del politico oppositore di Vladimir Putin, è stato scarcerato dopo aver firmato un contratto per unirsi "all'operazione militare speciale", come Mosca definisce la guerra in Ucraina. Una mossa accolta con sdegno da Ilya Yashin, l'ex portavoce di Nemtsov liberato la scorsa settimana nello storico scambio di prigionieri tra Russia, Bielorussia, Stati Uniti e diversi Paesi europei: il dissidente russo ha definito il rilascio di Eskerkhanov "un'offesa alla memoria del mio amico morto". "Nel marzo 2024, Eskerkhanov ha firmato un contratto con il ministero della Difesa, è stato graziato e rilasciato" e "ora svolge missioni di combattimento nella zona del distretto militare settentrionale", hanno detto le forze dell'ordine russe. Eskerkhanov, ex ufficiale di polizia che ha prestato servizio in una delle unità del ministero degli Affari interni ceceno, era stato condannato a 14 anni di carcere e a una multa di 100mila rubli per l'omicidio di Nemtsov, critico del presidente Putin ed ex vice primo ministro sotto Boris Eltsin, ucciso a colpi di arma da fuoco nel 2015 mentre attraversava un ponte vicino al Cremlino. Insieme a lui, le autorità investigative russe arrestarono altri quattro sospettati, tutti ceceni, mentre un altro presunto partecipante all'omicidio, Beslan Shavanov, resistette al tentativo di arresto e si fece esplodere. Secondo gli investigatori, il presunto ideatore e organizzatore del delitto è invece l'ex ufficiale del battaglione ceceno Nord, Ruslan Mukhudinov. È stato accusato in contumacia ed è sulla lista dei ricercati internazionali dal novembre 2015, ed è tuttora latitante. Secondo le forze dell'ordine russe, tutti gli altri complici dell'omicidio di Nemtsov restano in prigione: non hanno espresso infatti il desiderio di stipulare un contratto per partecipare all'invasione ucraina, uno dei modi con i quali da ormai oltre due anni i detenuti russi possono vedere cancellate le loro pene, a patto di andare a combattere al fronte. Il reclutamento di prigionieri era stato inizialmente avviato dal gruppo mercenario Wagner del defunto Yevgeny Prigozhin. Successivamente, il ministero della Difesa russo ha adottato ufficialmente questa politica formando le sue unità "Storm-Z", in parte con volontari detenuti reclutati direttamente dalle prigioni. Ilya Yashin non ha dubbi: "Putin è abbastanza coerente", ha detto il dissidente commentando la liberazione di Eskerkhanov. Lo zar "libera e arma i banditi in massa, rendendoli il pilastro del suo potere. Alcuni vengono addirittura accolti all'aeroporto con un tappeto rosso e una guardia d'onore", ha affermato citato da Meduza. Un riferimento nemmeno troppo velato a Vadim Krasikov, l'agente russo accusato di aver ucciso un ex comandante ceceno a Berlino e rimasto in carcere in Germania fino alla sua liberazione e il rimpatrio in Russia, proprio grazie allo scambio di prigionieri di dieci giorni fa in cui è stato rilasciato Yashin. Riproduzione riservata © Copyright ANSA
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