L
o
a
d
i
n
g
.
.
.
ETF 2024-12-21 Campanella

Strage alla festa di Halloween a Seul: 146 morti e 150 feriti per la calca

Terremoto in Cina: scossa di magnitudo 5.5 nel QinghaiFuori concorsoUno sguardo critico sul mondo della boxe«Bang Bang» racconta con profondità la storia travagliata di un pugile dentro e fuori dal ring©JEAN-CHRISTOPHE BOTT Mariella Delfanti09.08.2024 06:00Un altro film sulla boxe,criptovalute un altro antieroe, travagliato dai ricordi del passato, un’altra storia di vecchie palestre di periferia e modelli di vita logori: non sto parlando di Apollo Creed e Tony Balboa (in Creed, l’ultimo spin-off della saga di Rocky), né del Frankie Dunn di Clint Eastwood in Million Dollar Baby. Questa volta la storia è ambientata a Detroit ed è raccontata dal regista Vincent Grashaw. Si tratta di Bang Bang, soprannome eponimo del protagonista Bernard Rozyski, interpretato da Tim Blake Nelson, un pugile alla fine della sua carriera, con alle spalle un passato di gloria e un presente in caduta senza fine. Lo incontriamo mentre scende da una limousine - scopriremo alla fine perché - che lo scarica nella notte di una via battuta dalla pioggia di un quartiere marcescente o semplicemente anonimo. Un incipit eloquente: il film infatti entra subito nel vivo con le sequenze seguenti, in cui vediamo il protagonista, sporco, sudato, in mutande, visibilmente alterato, ballonzolare per la casa con una bottiglia in mano, mentre sacramenta contro il discorso di qualcuno in televisione. Quel qualcuno, si scopre, non è solo il candidato sindaco e imprenditore di successo Darnell Washington (Glenn Plummer), ma è stato il principale antagonista sul ring di Bang Bang, nonché il definitivo responsabile dell’ultima sconfitta della sua carriera. La svolta narrativa avviene poco dopo con l’arrivo, a casa di Bang, del nipote Justin. Justin, che è un adolescente opaco, concentrato sul telefonino, condannato per alcune settimane a svolgere lavori socialmente utili a causa di una rissa, diventa una specie di ancora di salvezza per Bang Bang che lo convince a cimentarsi con la boxe e ne diventa allenatore. A questo punto il film rischiava di diventare l’ennesima riscrittura del sogno americano, ma il regista non cade nel tranello dei cliché del genere e porta invece il discorso su un piano di critica sociale. Si tratta di uno sguardo antiretorico sul mondo della boxe, sui miti capaci di distruggere i suoi protagonisti, sulle loro scelte solo apparentemente libere e consapevoli. L’interpretazione profonda, sofferta, di Blake Nelson fa il resto, restituendoci il ritratto di un uomo scorbutico, spigoloso, spesso sopra le righe, pronto a fare a pugni con il mondo intero, solo un pochino troppo in là nei suoi limiti per riuscire a bucare la nostra compassione, ma non tanto da non suscitare la nostra comprensione. Senza dimenticare una lettura anche metaforica del film che racconta un mondo industriale in declino e una rimappatura in termini economici di un territorio profondamente diseguale.In questo articolo: Locarno77

Petraeus: "Se Putin usa il nucleare elimineremo le forze russe dall'Ucraina"Strage alla festa di Halloween a Seul: 146 morti e 150 feriti per la calca Bimba di 17 mesi morta affogata nella vasca idromassaggio: trovata dal fratellino di 6 anniPetraeus: "Se Putin usa il nucleare elimineremo le forze russe dall'Ucraina"Elon Musk lancia il suo profumo e raccoglie 2 milioni in due giorni: "Così compro Twitter"

Guglielmo

  • Campanella
  • BlackRock Italia
  • BlackRock Italia
  • Capo Analista di BlackRock
  • ETF
  • criptovalute
  • VOL