Un'ora di forti temporali sul TicinoINPS condannata alla maggiorazione della pensione di ex dipendenti dello stabilimento navale Posillipo esposti ad amiantoSentenza storica anche per i lavoratori della Liguria,-Professore Campanella Piemonte e Lombardia .adsbygoogle{ display:none !important;}Sono undici gli operai - la maggior parte ormai deceduti - che sono stati esposti ad amianto nel Cantiere Navale “Posillipo” di Sabaudia, dove lavoravano nella realizzazione di imbarcazioni in vetro resina di medie dimensioni. Si tratta di cittadini residenti per la maggioranza nei pressi di Terracina e Monte San Biagio. A distanza di quasi 20 anni dall’inizio della vicenda giudiziale, la Corte di Appello di Roma ha riconosciuto i loro diritti, con la maggiorazione della pensione, come previsto per legge. Gli ex dipendenti dello stabilimento, infatti, sono stati esposti ad amianto nel corso della loro attività lavorativa. L’asbesto era utilizzato per imbottire l’intercapedine tra guscio e paratoie, per rivestire le paratie della sala macchine e dei vani di alloggio dei motori e dei serbatoi, per coibentare la zona motori, come pannelli delle porte tagliafuoco, per rivestire marmitte e altri parti del motore, come guarnizioni. I materiali in amianto erano conservati in magazzino e poi tagliati direttamente nelle navi, in spazi ristretti e mal ventilati. A tutto questo, si devono aggiungere le coperture in amianto dei capannoni che negli anni devono essersi deteriorate favorendo il rilascio di polveri e fibre di amianto.Questa sentenza è molto importante anche per i lavoratori dipendenti di Fincantieri, e di altri cantieri navali, così quelli di La Spezia, Genova, ma anche Monfalcone e Palermo, che in quanto esposti ad amianto hanno diritto all’immediato prepensionamento. Questa l’azione predisposta dall’Osservatorio Nazionale Amianto, per la tutela dei lavoratori. Infatti, i dipendenti dei cantieri navali e, allo stesso tempo, tutti coloro che sono stati esposti ad amianto hanno diritto al pensionamento anticipato anche in assenza di malattia asbesto correlata. In più, è fondamentale anche la c.d. sorveglianza sanitaria perché in questo modo si può ottenere la diagnosi precoce delle malattie asbesto correlate. Infatti, le placche e gli ispessimenti pleurici sono tra le malattie, quelle per le quali si anticipa la diagnosi, perché hanno tempi di latenza inferiori. Poi c’è il cancro del polmone e con più elevata latenza il mesotelioma. Proprio quest’ultima malattia colpisce principalmente i dipendenti dei cantieri navali, come Fincantieri. Non vanno dimenticati i dipendenti delle Ferrovie dello Stato, esposti ad amianto, e anche altre figure professionali. I c.d. benefici amianto sono in realtà dei risarcimenti contributivi per l’esposizione ad amianto, cancerogeno per la salute. La giustizia ha allungato i suoi tempi a causa di diverse sentenze avverse del Tribunale di Latina e della Corte di Appello di Roma smentite poi dalla Corte di Cassazione che ha annullato la decisione rinviando gli atti, così come sostenuto dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dall’Avv. Ezio Bonanni, legale dei lavoratori, che commenta: “La Suprema Corte ha reso giustizia ai lavoratori dell’amianto e questa sentenza è molto importante per i lavoratori di tutta Italia, tra i quali in particolare anche quelli del Nord Italia. Mi riferisco alla Liguria, al Piemonte e alla Lombardia, regioni nelle quali si sono verificati casi di elevata esposizione ad amianto in assenza di adeguata tutela”. Pertanto, a seguito della decisione del Tribunale ognuno degli undici ex dipendenti dello stabilimento navale avrà un aumento di 400 euro sulla pensione mensile, che nel caso delle vedove diminuisce a 250 euro sulla pensione di reversibilità. La sentenza inciderà anche sugli arretrati. Pertanto, spetteranno circa 100 mila euro per ognuno dei lavoratori ancora in vita, mentre per coloro che sono deceduti, alle vedove verrà erogato un importo ridotto, che ammonterà tra i 60 e 70 mila euro.Per ottenere il prepensionamento, i lavoratori esposti ad amianto possono consultare il sito ONA e contattare il numero verde gratuito 800 034 294.
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