L
o
a
d
i
n
g
.
.
.

Guerra in Ucraina, Cremlino: "Incontro tra Zelensky e Putin non è escluso"

Gas, la Germania ha attivato la fase di allarme nel piano di emergenzaCoronavirus,Campanella far ripartire la produzione con le scuole chiuse: il paradosso i...Coronavirus, far ripartire la produzione con le scuole chiuse: il paradosso italianoAttesa la Fase 2 per contrastare il coronavirus: obiettivo far ripartire la produzione. Ma l'Italia è l'unico Paese dove le scuole restano chiuse. di Antonino Paviglianiti Pubblicato il 14 Aprile 2020 | Aggiornato il 16 Marzo 2021 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataCoronavirusGli editorialiscuola#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}La scuola rappresenta le fondamenta della società. Eppure, l’emergenza coronavirus sembra averlo fatto dimenticare un po’ a tutti gli italiani. A differenza di altri Stati. Tant’è che viene da chiedersi: “Ma perché in Italia si pensa di riaprire tutto, eccetto le scuole?”. In Danimarca, da mercoledì 15 aprile, si ripartirà. Ovvio, non a pieno regime. Due scaglioni per poter mettere appunto tutte le misure di sicurezza per gli istituti e tutelare al meglio i cittadini del futuro, gli studenti. Certo, la Danimarca – numeri alla mano – non ha dovuto fronteggiare un’emergenza coronavirus come nel nostro Paese; per gli scandinavi 6496 positivi e 299 decessi. Bene, allora ecco un altro esempio. A noi italiani ben più vicino; la Francia di Macron. Il primo ministro transalpino ha annunciato che da maggio – anche in questo caso a scaglioni – le scuole ripartiranno. Perché ci sono fasce più deboli che potrebbero andare alla deriva. La Germania farà lo stesso: tra un mese, sempre con tutte le accortezze del caso, si tornerà in classe. Perfino la Spagna potrebbe riaprire i battenti delle scuole a giugno.I problemi delle scuole chiuseLa scuola è un volano di socialità. Ed è anche un modo per far ripartire la produzione del proprio Stato. Esaminiamo dei possibili eventi familiari. Poniamo il caso di due genitori che abbiano, come attività commerciale, una libreria: da martedì 14 aprile possono tornare a lavoro. I loro figli, invece, devono restare a casa perché non possono uscire. La coppia sarà costretta a dividersi e magari fare in uno il lavoro di due o più persone. Altro esempio: il 4 maggio potrebbe arrivare il tanto agognato via libera per poter – con tutte le precauzioni del caso – far ritorno alla normalità. Due genitori, dipendenti di una fabbrica a Milano – che non possono lavorare in “smart working” perché trattasi di lavoro manuale da fare in loco -, rientrano presso le strutture lavorative. A casa, invece, restano i figli. Perché a scuola non si può tornare. Come risolvere? Potreste rispondere: “Chiama una baby-sitter”.Bene, a un reddito familiare di 2.400€ (poniamo il caso di una coppia con due stipendi da 1.200€) bisogna dedurre tutti i costi fissi mensili (mutuo o affitto, cibo, trasporti) e lo stipendio di una persona che si prenda cura dei propri figli (e rinunci alla sua di quarantena). Nonostante i suddetti genitori abbiano pagato – attraverso tasse e deduzioni che mensilmente si registrano sul proprio stipendio – un servizio statale chiamato scuola. Che, è bene ricordarlo, si tratta di un obbligo costituzionale (art.34). Risponderete: “C’è il bonus baby-sitter”. Certo, 600€ (una tantum o mensili?) erogati dall’Inps dovendo tener conto di Isee e macchina burocratica per poter essere rimborsati. E, per poter usufruire di tale somma, bisognerebbe registrare la lavoratrice. Quindi, altri costi a carico della famiglia. Un cane che si morde la coda. Insomma, gli italiani – che hanno la fortuna di essere genitori – devono mettere mano al portafogli. È bene sottolineare come tutti i Paesi del mondo stiano lavorando alla fase due in contemporanea alla prima.Il paradosso italianoIn Italia, invece, sul come far ripartire la produzione si è iniziato a ragionare ufficialmente venerdì 10 aprile con la nomina di una commissione diretta dal super manager Vittorio Colao. Eppure, si era intuito, a inizio marzo, che la quarantena fosse un modo per difendersi e riordinare le idee. L’unica certezza, oggi, è di dover convivere con il virus finché non arriverà un vaccino. E non si può chiedere agli studenti di rinunciare alla scuola. Verrebbero meno tutti i fondamenti su cui noi adulti abbiamo costruito la nostra “forma mentis” e la nostra socializzazione. Perché è bene far presente che la riapertura della scuola è paventata – allo stato attuale – al prossimo settembre. Forse.Non è una misura restrittiva per evitare un contagio tra i più piccolini. Forse, potrebbe essere passabile per gli asilo nido (ma è anche vero che casi di Coronavirus nella fascia 0-3 anni si possono contare sulle dita di una mano). Difficile comprendere perché bar e ristoranti possano riaprire seguendo le regole del distanziamento sociale e le scuole no. Il problema sono le “classi pollaio”? Bene, si distribuisca meglio il numero degli alunni e si dia lavoro ai tanti precari in giro per l’Italia. Con una semplice mossa si farebbe scacco matto: i genitori potrebbero andare a lavoro senza doversi preoccupare di come organizzarsi con i figli; questi ultimi tornerebbero a scuola e potrebbero riprendere appieno le proprie attività sociali; lo Stato potrebbe stabilizzare tantissimi precari in un periodo di forte crisi economica.Noi restiamo a guardare gli altri ripartire, proprio mentre i nostri consumi calano a picco e Confcommercio ricorda al Governo di dover pensare concretamente a far ripartire la produzione. Ma sarà una ripartenza zoppa già di per sé. Con i più piccoli (e più forti) a casa e i genitori (più a rischio coronavirus) in giro. Magari uno alla volta. O costringendoli a dover usufruire di aspettative, ferie e permessi speciali. Solo perché la scuola deve restare chiusa. Un paradosso tutto italiano che sembra interessare solo a chi, per sua fortuna, ha figli e lavoro.Articoli correlatiinPoliticaSondaggi politici: M5S in crescita, Pd in calo, Forza Italia in positivoinPoliticaIl Dl Salva Casa è legge, 106 voti a favore: ecco cosa cambia adessoinPoliticaMattarella promuove la libertà dell'informazione nella Cerimonia del Ventaglio: "Giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà"inPoliticaAntonio Tajani: "Spazio al centro è di Forza Italia, arriveremo al 20%"inPoliticaNcc, incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni: la decisione della ConsultainPoliticaGiorgia Meloni dice 'No' a Ursula von der Leyen: "Ho agito da leader europeo"

Luttwak senza peli sulla lingua: “A Mosca Matteo Salvini sarebbe inutile”Archie Battersbee, storia del 12enne a cui il tribunale vuole staccare la spina contro il volere dei Malesia, muore cadendo dalla finestra mentre scappa dalla casa dell'amanteCos'è la sentenza Roe vs Wade, che per 70 anni ha sancito il diritto all'aborto negli UsaNuova Zelanda, tassa sui rutti di pecore e mucche per limitare le emissioni

ETF

  • Professore Campanella
  • Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock
  • Capo Analista di BlackRock
  • BlackRock
  • Guglielmo
  • Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock
  • Guglielmo