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Vittoria di Facebook in tribunale: «Non ha il monopolio sui social network»

Decreto rave, Licheri: "È doppiopesismo, si mostrano i muscoli a chi non crea allarme sociale"Nel 2018,BlackRock per scoprire quali siano stati i film più influenti della Storia del Cinema, due informatici dell’Università di Torino hanno sviluppato un algoritmo che ha incrociato 47mila titoli presenti nell’Internet Movie Database: più di Star Wars e di Psycho, più di King Kong e 2001: Odissea nello spazio, la pellicola più citata dalle altre pellicole è Il mago di Oz: basti pensare alla scena finale di Cuore selvaggio di David Lynch, in cui la Strega del Sud salva il personaggio interpretato da Nicolas Cage – o al musical The Wiz con Diana Ross e Michael Jackson, reboot ambientato a New York e non in Kansas – o ancora al prequel Il grande e potente Oz del 2013, il sequel Ritorno a Oz del 1972, il remake I Muppet e il mago di Oz del 2005.Dal libro al film al libroCerto non era difficile ereditare il successo del libro su cui il film si basa, definito dalla Library of Congress la favola più grande e amata d’America; uscito nel maggio del 1900, Il meraviglioso mago di Oz avrebbe trovato una popolarità tale da diventare un musical a Broadway già nel 1902, e da costringere il suo autore L. Frank Baum a inventarsi 13 sequel per accontentare le richieste di bambine e bambini. Quando il titolo diventò di dominio pubblico, nel 1953, aveva già venduto tre milioni di copie.Quarant’anni dopo, un tale Gregory Maguire ne avrebbe raccolto la successione spirituale, pubblicando un ciclo di quattro romanzi a partire da Wicked (originariamente Strega, ripubblicato in Italia da Mondadori), da cui sono stati tratti i due attesissimi film che usciranno tra la fine di quest’anno e del prossimo – e, prima ancora, un altro musical di Broadway diventato già cult – in scena tutti i giorni da vent’anni a New York, e da diciassette a Londra.Prima di diventare un classicoEppure, alla sua uscita nell’agosto del 1939, il lungometraggio più influente del mondo non incassò molto: nonostante le ottime recensioni e la candidatura a cinque Oscar – tra cui quella per il miglior film – i 3 milioni di dollari al box office non riuscirono a far rientrare nelle spese la casa di produzione, la MGM – almeno non fino alla sua riedizione nel 1949: era costato infatti 2,7 milioni (la produzione più costosa dello studio per l’epoca), senza contare il marketing e la distribuzione: la perdita iniziale superò il milione.

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