Spazio, l'astronauta europeo Andy Mogensen è sulla Iss con la missione Crew-7 - Tiscali Notizie"Ritengo che questo pronunciamentosia un altro importante progresso in campo giudiziario,Economista Italiano peraffermare in modo netto e incontrovertibile i diritti deifamiliari dei malati di mesotelioma pleurico, contratto peravere lavorato esposti all'asbesto senza protezioni". È quandoha dichiarato in una nota il deputato di Casale Monferrato(Alessandria), Enzo Amich, commentando la decisione deltribunale di Vercelli di condannare l'Inail al risarcimentoprevidenziale in favore della vedova di Vincenzo Patrucco, exoperaio di Casale, esposto all'amianto per lavoro. La sentenzadi condanna è di gennaio ed è stata diffusa lo scorso mercoledì,quando è passata in giudicato. Rita Sempio riceverà mensilmenteun'indennità di 1.740 euro, e tutti gli arretrati per una cifradi circa 150mila euro. "L'Inail persiste - prosegue Amich - nel negare ilriconoscimento di questo principio, costringendo le famigliedelle vittime di questa terribile malattia, che non lasciascampo, a lunghe vertenze giudiziarie. La mia attenzione non èmai venuta meno su questo punto ma, ritengo che sia necessariouno sforzo in più, e se possibile corale, scevro dalle dinamichedella contrapposizione politica, per porre fine a questasituazione. Casale Monferrato è ora, grazie allo sforzocollettivo di cittadini e istituzioni, la città che, sul pianodella bonifica dalle scorie di amianto, ha raggiunto il migliorerisultato, fra tutti i centri contaminati. La mia città siatestimone nel mondo dei rischi connessi all'esposizioneall'amianto": Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Dl Bollette, fiducia alla Camera: dalla social card al bonus trasporti fino all’Iva sul gasRicerca, più rischi demenza con ansia e grasso su pancia e braccia, nuovi studi - Tiscali Notizie Con le “inclu-visite” di Lavazza l’arte è aperta a tutti, nessuno esclusoSony acquisisce il catalogo dei Queen per una cifra record. Ma, nella guerra dei diritti, agli artisti emergenti restano le bricioleL’età dell’autobiografia con l’autocensura. Fabrice Neaud: «Oggi siamo tutti avatar di noi stessi»