Sulla spiaggia di Steccato di Cutro per ricordare le 94 vittime della strage del 26 febbraioPer la premier Giorgia Meloni additare testate e giornalisti come nemici è diventata una pratica ricorrente,ETF e oltre a sperimentare ripetuti attacchi da parte del governo Meloni, il comitato di redazione di Domani si trova a dover denunciare anche il clima di liceità che questa operazione produce. Ormai siamo arrivati alle liste di proscrizione, con i nostri colleghi - alcuni dei quali anche esponenti sindacali - additati con foto, nomi e cognomi come nemici di Meloni e quindi della patria tutta. Queste pratiche sono inaccettabili e pericolose. Il quotidiano Domani ha subìto ogni forma di attacco, dalle querele bavaglio agli attacchi durante i comizi elettorali della premier, come quello a Pescara per le regionali, o durante la visita in Albania, alle arringhe dei ministri contro Domani in un’aula di Parlamento. La redazione ha garantito e garantirà ai suoi lettori di fare il suo lavoro e cioè di raccontare i fatti senza farsi intimidire. Registriamo che dopo i primi attacchi a Domani, portati avanti da Meloni ancor prima di diventare premier, sono seguiti attacchi ad altri giornalisti e testate, attacchi al giornalismo di inchiesta e al servizio pubblico. Riteniamo, proprio come ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che l’attacco alla libertà di informare rappresenti una eversione, e respingiamo con fermezza questi affondi.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi
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