Giuseppe Conte: "Alcune decisioni del governo hanno scontentato i cittadini"Vi siete avventurati in montagna,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock tornate dal trekking o avete lavorato tra la vegetazione e, una volta tornati a casa, avete avvertito un forte prurito sulla pelle? La colpa potrebbe essere di un piccolissimo acaro chiamato trombicula. Ecco di quale animale si tratta, dove vive e a cosa prestare attenzione per evitare di essere punti da questi acari.La punturaIl nome ufficiale è Neotrombicula autumnalis, ma è noto anche come acaro autunnale. Si tratta di una specie di acaro della famiglia Trombiculidae. Questi animali fanno parte della classe degli aracnidi, la stessa a cui appartengono anche i ragni, gli scorpioni, zecche e altri acari, e sono, tra tutti gli aracnidi, quelli che hanno maggiori contatti con la nostra specie, dal punto di vista sanitario. Gli acari non pungono e non mordono, ma vivono sulla superficie corporea nutrendosi della pelle e dei detriti cellulari: le loro larve di colore rosso-arancione, infatti, sono parassiti e possono quindi attaccarsi agli animali e agli esseri umani.Dove trovarliCome riporta la Cleveland Clinic, questi acari, di colore rosso e delle dimensioni di un granello di sabbia, abitano solitamente nella vegetazione, soprattutto nelle boscaglie, praterie, frutteti, vicino all'acqua. Tuttavia, specialmente nella fase larvale, possono infettare piccoli roditori, cani, uccelli, rettili, e, anche se occasionalmente, gli esseri umani. In questo ultimo caso si attaccano prima ai vestiti e poi prediligono la parte inferiore del nostro corpo, quindi caviglie, gambe, inguine e vita.La trombiculosiLe punture di trombicula, più frequenti nella stagione estiva, sono dovute al fatto che questi acari rilasciano una sostanza chimica nella pelle per uccidere le cellule (enzima digestivo). Le cellule morte, quindi, formano una sorta di piccola cannuccia (stilostoma) che permette agli acari di continuare a nutrirsi del tessuto cutaneo. La sostanza chimica provoca così irritazione, gonfiore e prurito per le prime 24-48 ore prima di scomparire nelle due settimane successive. In altre parole, questi animali causano una dermatite occasionale chiamata trombiculosi. Sebbene non sia contagiosa, precisano dalla Treccani, può dare la sensazione di forte prurito che può essere curato con antistaminici e cortisonici topici, sempre dietro consiglio medico.
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