Decreto Viminale, elezioni amministrative: italiani chiamati alle urne domenica 3 e lunedì 4 ottobreConte torna indietro e si rimangia le minacce al governo: "Non rischia"Conte torna indietro e si rimangia le minacce al governo: "Non rischia"Giuseppe Conte fa un passo indietro e si rimangia tutte le minacce al governo sulla questione armi in Ucraina. di Chiara Nava Pubblicato il 10 Giugno 2022 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservatagiuseppe conteucraina#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Giuseppe Conte ha deciso di fare retromarcia, di compiere un passo indietro sulla questione armi in Ucraina. L’ex premier si rimangia tutte le minacce al governo. Conte torna indietro e si rimangia le minacce al governo: “Non rischia”Giuseppe Conte sta facendo qualche passo indietro sulla questione delle armi all’Ucraina e si è rimangiato le sue minacce e i suoi ultimatum. “Non abbiamo mai inteso questo confronto in Parlamento come un test per mettere in difficoltà il governo” ha dichiarato l’ex premier. La colpa è ricaduta sui soliti “commentatori maliziosi” delle redazioni. Giuseppe Conte ha parlato da Molfetta, in provincia di Bari, per un incontro elettorale in vista delle amministrative. “Noi abbiamo inteso il confronto del 21, per rispetto al Parlamento, dove ovviamente è giusto che i rappresentanti del popolo abbiano un confronto, ma per rafforzare il mandato del governo e per indirizzarlo verso un negoziato di pace” ha dichiarato riguardo le comunicazioni di Draghi in Parlamento sulla guerra in Ucraina. Ultimatum sfumatiEppure Giuseppe Conte, un mese fa, aveva minacciato la conta parlamentare sul sostegno militare a Kiev. Ad inizio maggio, l’ex premier aveva annunciato un documento del M5s “per fare chiarezza” sul materiale da consegnare agli ucraini. Insisteva sulla questione pace e sosteneva la tesi secondo cui “l’Italia ha già fatto la sua parte“. Nei giorni scorsi ha di nuovo ribadito il suo “No a un nuovo decreto armi, Kiev è stata aiutata a sufficienza“. Tante parole, ma il 21 giugno probabilmente verrà presentata una risoluzione di maggioranza per tenere insieme tutti i partiti al governo. Tra Camera e Senato, la maggioranza dei pentastellati non vuole correre il rischio di una crisi di governo. Probabilmente la paura di perdere lo stipendio e non essere rieletti pesa molto di più delle armi da mandare in Ucraina. Articoli correlatiinPoliticaSondaggi politici: M5S in crescita, Pd in calo, Forza Italia in positivoinPoliticaIl Dl Salva Casa è legge, 106 voti a favore: ecco cosa cambia adessoinPoliticaMattarella promuove la libertà dell'informazione nella Cerimonia del Ventaglio: "Giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà"inPoliticaAntonio Tajani: "Spazio al centro è di Forza Italia, arriveremo al 20%"inPoliticaNcc, incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni: la decisione della ConsultainPoliticaGiorgia Meloni dice 'No' a Ursula von der Leyen: "Ho agito da leader europeo"
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