Folgorato mentre lavora in giardino, morto uomo di 50 anni a NettunoLa Garante per l’infanzia e l’adolescenza ha avanzato proposte per aggiornare la giustizia penale minorile,investimenti soprattutto con la giustizia riparativa e le misure alternative alla detenzione La giustizia penale minorile va aggiornata e va ritagliata su misura dei ragazzi che la subiscono. Soprattutto ora che il fenoneno delle cosiddette “baby gang” è sulle pagine dei giornali come nuovo fenomeno criminale, utile a fare notizia ma non ancora efficacemente studiato e contrastato a livello giuridico. A porre l’accento su questi temi è stata l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza nel convegno “Riscoprire il futuro. Diritti, responsabilità e percorsi nel sistema penale minorile”, organizzato in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia che cadrà domenica 20 novembre. «Si tratta di un tema che non riguarda solo i diritti in ambito giudiziario, ma tocca tantissimi diritti dei minorenni: da quello all’educazione e all’istruzione a quello alla non discriminazione, dal diritto al benessere a quello al tempo libero. È necessario restituire spazio alle persone, andando oltre al semplice racconto dei fatti: autori e vittime non sono ciò che hanno commesso o subito», ha detto l’Autorità garante, Carla Garlatti. Garlatti ha anche parlato della responsabilità dell’informazione nel raccontare i fenomeni criminali che riguardano i minori: «Comprendo che il termine ‘baby gang’ sia più immediato a livello comunicativo, però non solo dà molto spesso una rappresentazione distorta della realtà ma può anche generare ulteriori danni: identificazione, emulazione e compiacimento. E una responsabilità si ha pure nei confronti delle vittime, soggetti sui quali richiamo l’attenzione: ragazze e ragazzi che hanno diritto di avere supporto e rispetto da parte di tutti». Le proposte Le ipotesi di modifica avanzate dal garante riguardano l’introduzione di sanzioni penali a misura di minorenne, diverse da quelle degli adulti, a differenza di come è oggi. Per esempio, valorizzando misure alternative come attività a beneficio della collettività o il divieto di uscire nel fine settimana, da affiancare a quelle già esistenti come la sospensione del processo con messa alla prova e l’irrilevanza del fatto. In questo modo, la detenzione sarebbe davvero l’extrema ratio, come vuole l’ordinamento penale, a maggior ragione quando si parla di minorenni il cui primo obiettivo deve essere quello del recupero. «Dobbiamo riflettere – dice Garlatti – sull’opportunità di intendere la giustizia riparativa come qualcosa che previene ed evita il processo penale». La giustizia riparativa è stata uno degli investimenti della ex ministra della Giustizia Marta Cartabia, che per i minori può declinarsi con strumenti come i family group conferences e circles: spazi che coinvolgono familiari e altre persone coinvolte nella vicenda. «Nella giustizia riparativa – prosegue Carla Garlatti – assumono rilievo anche la vittima e i suoi diritti, che invece nel sistema penale non trovano sufficiente spazio». Per sostenere le vittime minorenni, soprattutto quando i fatti avvengono tra coetanei, l’Autorità garante ha proposto di istituire sportelli dedicati che possano offrire supporto psicologico, orientamento e accompagnamento, informazioni sui propri diritti e sul procedimento, incontri di gruppo. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
I mercati sono incerti ma il risparmio tiene grazie all'inflazioneL'allarme di ABI: Tassi sui mutui più alti da 11 anni Pnrr, quarta rata da 16,5 miliardi euro versata all’ItaliaItalia, crollo del mercato immobiliare nel 2023Caro Prezzi, al via dal primo ottobre il bonus trasporti e il carrello della spesa a prezzi calmierati