Perugia-Juve 2000, Melli: "Provammo a metterci d'accordo con i bianconeri ma..." | Gazzetta.itRiaprire le scuole ha permesso ai ragazzi di tornare a fidarsi delle promesse...Riaprire le scuole ha permesso ai ragazzi di tornare a fidarsi delle promesse degli adultiTenere ferma la data al 14 settembre,analisi tecnica nonostante il voto del 20 e 21, gli arredi e gli spazi non fossero pronti ovunque, nonostante la fatica di personale scolastico e famiglie, è stato fondamentale. di Maria Michela Calculli Pubblicato il 18 Settembre 2020 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataCoronavirusGli editorialiscuola#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Argomenti trattatiI danni collaterali della pandemiaScardinare la cultura della deroga e della prorogaAttenzione agli assentiIn alcune regioni del Nord Italia ci sono bambini e ragazzi che non sono più entrati a scuola dal 21 febbraio 2020. Quasi 7 mesi lontani da banchi, insegnanti, compagni e comunità educante. Durante l’estate mio figlio più piccolo, uno dei tanti bambini italiani tenuti lontano dalla scuola per molti mesi, ha iniziato a dire “se riapriranno la scuola”. Un bambino in procinto di iniziare la primaria non diceva più “quando apriranno la scuola”, ma “se”. Non ci credeva più, non credeva più a noi adulti che parlavamo della riapertura il 14 settembre, non credeva più nelle istituzioni. E tanti come lui, incluso il fratello più grande.Ecco perché sono estremamente grata alla dirigente del circolo didattico torinese a cui fa capo la primaria dei miei figli: ritornare a scuola il 14 settembre per i bambini e i ragazzi ha significato ricominciare a fidarsi di noi adulti e delle nostre promesse.I danni collaterali della pandemiaIl crollo di fiducia dei giovanissimi è uno dei danni della pandemia. Ci sono i danni diretti: i decessi e gli ammalati gravi. Poi ci sono i danni collaterali come la crisi economica e le ripercussioni psicologiche a livello collettivo ed individuale. E poi c’è la fiducia negli adulti e nelle istituzioni, che ha subito un colpo gravissimo in piccoli e piccolissimi che in questi anni stanno costruendo le basi per diventare le donne e gli uomini di domani.Per mesi sono scomparsi dalle strade e dalla narrazione politica, per mesi hanno subito un’incertezza enorme e la privazione della loro quotidianità. Ma sono stati coraggiosi, esattamente come si stanno dimostrando coraggiosi in questi primi giorni di scuola fatti di regole, di contatti vietati e di novità e abitudini da assimilare.Ecco perché tenere ferma la data del 14 settembre, nonostante il voto del 20 e 21, nonostante gli arredi e gli spazi non fossero pronti ovunque, nonostante la fatica di personale scolastico e famiglie, è stato fondamentale.Scardinare la cultura della deroga e della prorogaE mi è davvero spiaciuto ascoltare in radio un preside, che giustificando la riapertura al 24, quasi accusava i colleghi che hanno già riaperto di scarso interesse per la sicurezza di alunni e insegnanti. La sicurezza e la salute non sono in discussione, e infatti chi ha riaperto il 14 si è impegnato al massimo, ma bisogna mantenere sempre una visione di insieme e mi aspetto, da chi ha il compito fondamentale di educare le generazioni future, un religioso rispetto delle promesse senza deroghe e proroghe.Mi auguro che la cultura della deroga e della proroga, tanto radicata nel nostro Paese purtroppo, entri in contatto con i nostri figli il più tardi possibile. E allora una data può sembrare poca cosa, come un rinvio di 10 giorni dopo una chiusura di 7 mesi. E poi ci si è potuti nascondere dietro l’impegno elettorale, la mancanza di spazi e mezzi, le consuete nomine dei supplenti in cronico ritardo.La mia stima va a chi ha mantenuto la promessa, nonostante tutto questo. Purtroppo non posso abbracciare dirigenti, insegnanti, e personale non docente, ma lo faccio virtualmente da qui.Attenzione agli assentiOltre alla fiducia di bambini e ragazzi negli adulti e nelle istituzioni, c’è qualcos’altro che mi preoccupa. Gli assenti.Ci sono bambini e ragazzi che non torneranno sui banchi quest’anno. E non parlo di chi ha scelto l’homeschooling avendo tutti gli strumenti per portare avanti questa scelta complessa. Parlo di piccoli cittadini ritirati dalle scuole per paura del contagio o peggio ancora per paure generate dalla disinformazione e dalla continua negazione. Bambini a cui non solo non verrà garantita un’adeguata istruzione, ma che cresceranno immersi in credenze e convinzioni senza fondamento e privati della necessaria socialità e del confronto con gli altri.Mi auguro che le istituzioni prendano in carico queste situazioni, facciano le dovute verifiche e proteggano i più piccoli dalle scelte degli adulti. Perché vale sempre il detto “per crescere un bambino, ci vuole un villaggio“, mamma e papà non bastano.Articoli correlatiinPoliticaSondaggi politici: M5S in crescita, Pd in calo, Forza Italia in positivoinPoliticaIl Dl Salva Casa è legge, 106 voti a favore: ecco cosa cambia adessoinPoliticaMattarella promuove la libertà dell'informazione nella Cerimonia del Ventaglio: "Giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà"inPoliticaAntonio Tajani: "Spazio al centro è di Forza Italia, arriveremo al 20%"inPoliticaNcc, incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni: la decisione della ConsultainPoliticaGiorgia Meloni dice 'No' a Ursula von der Leyen: "Ho agito da leader europeo"
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