Vernice rossa sul treno contro il giornalista premio Nobel MuratovReferendum taglio dei parlamentari: i pro e i controReferendum taglio dei parlamentari: i pro e i controI pro e i contro dell'ipotetico taglio dei parlamentari su cui gli italiani si esprimeranno in occasione del referendum del 20 e 21 settembre. di Riccardo Castrichini Pubblicato il 4 Settembre 2020 | Aggiornato il 17 Settembre 2020 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataReferendum taglio parlamentari#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0,Economista Italiano 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Il 20 e 21 settembre gli italiani saranno chiamati a dire la loro sul taglio dei parlamentari con un referendum confermativo su cui i cittadini si dividono. Quali sono dunque i pro e i contro della fazione del sì, e quali quelli del no?Referendum taglio dei parlamentari: i pro e i controIl tasto sui cui spesso i partiti spingono affinchè i cittadini scelgano per la riduzione dei parlamentari è senza dubbio quello dei costi della politica. Fattore che senza dubbio esiste, ma che si lega a considerazioni di giustizia distributiva della ricchezza o, alle volte, di punizione nei confronti di chi ci governa. Optare per il taglio dei parlamentari potrebbe invece voler dire effettuare una grande opera di semplificazione dell’attività parlamentare, una possibile migliore selezione della classe politica e un avvicinamento della stessa ai cittadini.Di contro c’è senza dubbio la minore rappresentanza da intendersi come il numero di cittadini rappresentati da un singolo eletto che con il taglio passerebbe dall’attuale 1/64 mila a 1/101 mila. Questo significa un parlamentare eletto ogni 101 mila cittadini (il calcolo è fatto sulla base dei 60,4 milioni di italiani stimati da Eurostat, 2018).Anche chi opterà per il no ha, senza dubbio, delle tematiche da portare a sostegno della propria tesi. Anzittutto c’è il concetto della rappresentatività dei cittadini di cui si è già parlato in precedenza. In quest’ottica una riduzione della classe politica porterebbe ad elevare ancor di più la stessa e di conseguenza a farne una vera elitè lontana dai cittadini. Sul tema delle semplificazioni, i sostenitori del no ritengono che queste possano essere messe in atto senza dover per forza tagliare il numero dei rappresentanti politici, ma semplicemente agendo con riforme più puntuali sulla legge elettorale e sui regolamenti parlamentari. C’è poi l’aspetto pratico della produttivà del Parlamento che, se ridotto nei suoi membri, potrebbe subire dei profondi rallentamenti causati proprio dal sovraccarrico dell’attività su ogni singolo parlamentare.Articoli correlatiinPoliticaSondaggi politici: M5S in crescita, Pd in calo, Forza Italia in positivoinPoliticaIl Dl Salva Casa è legge, 106 voti a favore: ecco cosa cambia adessoinPoliticaMattarella promuove la libertà dell'informazione nella Cerimonia del Ventaglio: "Giornalisti contrastino le adulterazioni della realtà"inPoliticaAntonio Tajani: "Spazio al centro è di Forza Italia, arriveremo al 20%"inPoliticaNcc, incostituzionale il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni: la decisione della ConsultainPoliticaGiorgia Meloni dice 'No' a Ursula von der Leyen: "Ho agito da leader europeo"
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