L'Ue sta lavorando ad un accordo con la Mauritania per la gestione dei flussi migratoriEconomia>Trentino,Professore Campanella produrre il pane costa troppo: chiuso un terzo dei forni in 5 anniTrentino, produrre il pane costa troppo: chiuso un terzo dei forni in 5 anniForni chiusi anche a causa delle scelte dei consumatori che si rivolgono sempre più alla grande distribuzione per l'acquisto del panedi Vera Monti Pubblicato il 9 Gennaio 2023 alle 16:47 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataalimentazionetassetrento#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Argomenti trattatiL’allarme lanciato 10 mesi faNegli ultimi 5 anni chiusi 1/3 dei forniLa concorrenza della grande distribuzioneLa concorrenza della grande distribuzione e l’aumento dei costi di produzione in sono le cause dei numerosi forni chiusi in Trentino negli ultimi 5 anniL’allarme lanciato 10 mesi fa Dieci mesi fa, l’Associazione panificatori del Trentino aveva presentato la campagna di sensibilizzazione “Forni spenti” per lanciare l’allarme sullo stato di profonda difficoltà di tutto il settore – al pari di quello nazionale – in seguito all’aumento fuori controllo dei costi di gas, energia elettrica e materie prime.Pur riconoscendo la particolare congiuntura dovuta all’invasione russa dell’Ucraina e delle sue conseguenze – come l’aumento del costo del grano – si chiedevano risposte urgenti alla politica.Negli ultimi 5 anni chiusi 1/3 dei forniNegli ultimi cinque anni infatti un terzo dei panifici artigiani in Trentino ha chiuso e oggi sono 98 le attività aperte in provincia.“Il costo di produzione è aumentato del 50-60% e quindi abbiamo fatto degli aumenti nell’ordine del 15/20%” ha spiegato al Tg Regionale Rai Francesco Vivori vicepresidente di Aspan Confcommercio, l’associazione provinciale dei panificatori.Una scelta tesa a non riversare completamente sui consumatori gli aumenti dei costi ma che ovviamente riduce al minimo i guadagni. La proposta è dunque quella di istituire un marchio di qualità per il pane artigianale in Trentino da affiancare ad aiuti provinciali e statali.La concorrenza della grande distribuzioneAl problema dell’aumento dei costi di produzione infatti, si aggiunge la tendenza dei consumatori ad acquistare il pane delle produzioni industriali al supermercato:“Il consumatore in questi ultimi dieci anni hanno cambiato le proprie abitudini – osserva ancora Vivori – e oggi ci sono sempre più supermercati. I piccoli negozi fanno anche un po’ fatica. Noi facciamo anche servizio la mattina presto di distribuzione proprio per agevolare il consumatore a usare il pane nella classica colazione mattutina”.Articoli correlatiinEconomiaAeroporti bloccati e voli cancellati in tutto il mondo: guasti tecnici mettono a rischio le vacanze estiveinEconomiaLe novità per la pensione di vecchiaia dal 2027inEconomiaAnalisi dei crolli in Borsa: cause e conseguenzeinEconomiaSocial card "Dedicata a te": aumento dell'importo e nuove modalità di distribuzioneinEconomiaA novembre l’edizione nr. 7 del Mese dell’educazione finanziariainEconomiaAntitrust avvia istruttoria su 6 influencer: chi sono?
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