Covid-19, fermare le industrie aiuta a contenere il virus?Nessuno la vuole operare perché obesa: donna salvata a NapoliNessuno la vuole operare perché obesa: donna salvata a NapoliLa donna,éècriptovalute affetta da un tumore all’utero, è stata respinta da diversi ospedali. Salvata da un’intervento record a Napoli di Francesca Santi Pubblicato il 11 Settembre 2023 | Aggiornato il 12 Settembre 2023 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataNapoliospedaletumore#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Argomenti trattatiNessuna la opera perché obesaL’odissea di SimonaIntervento record a NapoliSimona De Michele, infermiera di 47 anni, era affetta da una grave forma di obesità. A causa di questa sindrome ha rischiato la vita, poiché per oltre un anno tutti gli ospedali si sono rifiutati di operarla per il tumore all’utero.Nessuna la opera perché obesaI 172 chili di Simona si sono rivelati un grosso problema, fino a diventare quasi mortali. La donna, infatti, ha scoperto di avere un tumore all’endometrio, il tessuto che riveste l’utero, grande quasi venti centimetri e dal peso di circa un chilo e mezzo. Gli specialisti a cui si è rivolta si sono tutti rifiutati di operarla, a causa della sua obesità. L’infermiera, originaria di Benevento, ha chiesto consulti medici per oltre un anno, vedendosi sempre chiudere la porta in faccia. La motivazione dei chirurghi era legata al fatto che la stazza della donna potesse complicare notevolmente un intervento già rischioso. L’obesità e le patologie pregresse, infatti, avrebbero potuto determinare una trombosi venosa profonda e una embolia polmonare bilaterale massiva.L’odissea di SimonaSimona e il marito, strumentista di sala operatoria, si sono rivolti a numerosi ospedali italiani, spostandosi dal Molise, dove lavorano, al Lazio, alla Lombardia, fino alla Campania. Il calvario, tuttavia, ha solamente messo in luce un sistema sanitario inadeguato a prendersi cura di una paziente con particolari necessità. Alcuni ospedali si erano detti predisposti ad operarla, disponendo delle tecnologie necessarie, ma non erano dotati di letti adeguati a sostenere il peso della donna. L’unica alternativa che le era stata proposta, quindi, era la radioterapia.Intervento record a NapoliL’odissea di Simona De Michele è terminata grazie al lavoro del professor Vito Chiantera, specializzato in ginecologia oncologica, e del team dell’Ospedale Pascale di Napoli. Qui, l’equipe chirurgica, coadiuvata dal personale di sala e dal reparto anestesiologico, ha eseguito l’operazione con successo. Dopo averla posizionata su un letto operatorio dotato di supporti speciali, hanno esportato il tumore da utero e ovaie.Articoli correlatiinCronacaIncidente sull'autostrada Messina-Catania: un ferito graveinCronacaOlimpiadi Parigi 2024: Angela Carini si ritira dall'incontro con Imane KhelifinCronacaBoxe, Angela Carini si ritira. Il commento di La Russa: "L'aspetto in Senato per abbracciarla"inCronacaAfragola, rapina per coprire abusi sessuali: arrestati due frati e altre quattro personeinCronacaEstate 2024: 5 festival da non perdere in FranciainCronacaUfo avvistato a Ibiza: un video su TikTok mostra l'oggetto volante non identificato
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