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In Libia dodici funzionari pubblici sono stati condannati per il crollo delle dighe nelle alluvioni del settembre 2023 - Il Post

In Bangladesh la repressione delle proteste non è finita - Il PostCronaca esteri>Le tecniche di tortura della Russia di Putin e la “pratica” fatta in CeceniaLe tecniche di tortura della Russia di Putin e la “pratica” fatta in CeceniaDal soffocamento con una maschera antigas fino al nuoto nell'acido: ecco tecniche di tortura della Russia di Putin e la “pratica” fatta in Ceceniadi Giampiero Casoni Pubblicato il 22 Marzo 2022 alle 10:14 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataPutinrussiaucrainaLe tecniche di tortura della Russia di Vladimir Putin fanno parte di una specie di “manuale Kubark” del’est su cui le unità specialistiche della Federazione hanno “fatto pratica” soprattutto in Cecenia,MACD dove le hanno affinate grazie anche alle “skill” dei nativi ed integrate con quelle dei servizi di Mosca eredi della terribile tradizione del defunto Kgb. Sono tecniche per lo più vecchie, ma tragicamente efficaci in quanto a disumanità e risultati. Da quella “dell’elefante” fino al bagno chimico e, dopo la caduta del muro, quella della “dissociazione”, le metodologie di tortura “di Putin” sono un carosello dell’orrore. Le tecniche di tortura “di Putin”Quella conosciuta come “l’elefante”, ricordata con terrore dai sopravvissuti, consiste nel mettere con la forza una maschera antigas al prigioniero e farlo soffocare, iniettando sostanze urticanti nel bocchettone della Nbc, la “proboscide appunto”. Ha spiegato un sopravvissuto citato dal Mesaggero: “Una volta che la maschera antigas è stata indossata, sapevi che ti avrebbero soffocato. Loro in un primo momento lasciavano andare e tu inspiravi profondamente. Poi spruzzavano gas nel foro di respirazione. Era così terribile che solo la vista della maschera antigas nella stanza avrebbe fatto confessare qualsiasi cosa alla gente”. Gli orrori di ChernokozovoNella “casa di redenzione” di  Chernokozovo, nella regione cecena di Naursky, si usava molto anche la tecnica del bagno chimico: il prigioniero veniva fatto entrare con la forza in una grossa tinozza chiusa da una griglia piena d’acqua e di un cocktail di acidi, per lo più muriatico per disgorgare i bagni. Nuotando per non annegare ci si spruzza con le sostanze e si diventa temporaneamente, o a vita, ciechi o con l’esofago bruciato. Un po’ come il waterboarding occidentale ma con più crudeltà chimica. Con la caduta del muro di Berlino e l’arrivo dell’heavy metal estremo in Russia ha peso piede poi la tortura delle “dissociazione”: brani doom metal sparati a volume altissimo per settimane intere con il prigioniero legato, incappucciato e nudo, pronto a dire qualsiasi cosa una volta che gli venga tolto il cappuccio ed abbassata la musica. Vladimir Putin e la Russia non hanno mai ammesso di aver torturato i prigionieri durante il conflitto.Articoli correlatiinCronaca esteriIncidente sulla Statale 16, scontro tra tre auto: carreggiata temporaneamente chiusa al trafficoinCronaca esteriMeteo Ferragosto 2024, le previsioni: caldo afoso e notti tropicaliinCronaca esteriClima, il 2024 potrebbe essere l'anno più caldo di sempre: cosa dicono i datiinCronaca esteriIncidente nella notte a Canegrate: feriti cinque giovani ragazziinCronaca esteriTorino, esce di casa e lascia da sola la figlia di 3 anni: arrestata per abbandono di minoreinCronaca esteriIncidente a Spoleto: morto un 23enne

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