Incidente a Mestre, le parole di Zaia: "Tragedia immane"La donna è accusata di associazione mafiosa aggravata e ricettazione e si trova in carcere da marzo dell’anno scorso. Per anni avrebbe favorito la latitanza del fratello aiutandolo a sfuggire alla cattura e gestito la rete di trasmissione dei pizzini,analisi tecnica consentendogli di mantenere i rapporti con gli affiliatiI pm della Direzione distrettuale di Palermo, Piero Padova e Gianluca de Leo, hanno chiesto una condanna a 20 anni di carcere per Rosalia Messina Denaro, sorella dell’ex boss di Cosa Nostra morto in carcere il 15 settembre del 2023. La donna è accusata di associazione mafiosa aggravata e ricettazione e si trova in carcere da marzo dell’anno scorso. Per anni avrebbe favorito la latitanza del fratello aiutandolo a sfuggire alla cattura e gestito la rete di trasmissione dei pizzini, consentendogli di mantenere i rapporti con gli affiliati. Inoltre, secondo gli inquirenti, Rosalia Messina Denaro avrebbe gestito per conto del boss il tesoro economico della famiglia.Rosalia Messina Denaro è la maggiore delle quattro sorelle di Messina Denaro e ha sempre difeso il fratello. Il secondo figlio della donna, Francesco, sta espiando una condanna a 16 anni sempre per associazione mafiosa. A casa di Rosalia a dicembre del 2022, nella gamba di una sedia, i carabinieri del Ros trovarono un pizzino, una sorta di cartella clinica del capomafia che li ha portati poi a scoprire la patologia che lo ha portato poi all’arresto nella clinica La Maddalena di Palermo il 16 gennaio del 2023.Gli ultimi arrestiNei giorni scorsi le forze dell’ordine hanno arrestato altre tre persone accusate di aver favorito la latitanza di Messina Denaro. Sono finiti in manette l’architetto Massimo Gentile, il tecnico radiologo dell’ospedale di Mazzara del Vallo, Cosimo Leone, e per concorso esterno in associazione mafiosa Leonardo Gulotta.Quest’ultimo avrebbe assicurato per dieci anni dal 2007 al 2017 a Matteo Messina Denaro «la disponibilità di una utenza telefonica necessaria per la gestione dei mezzi di trasporto in uso al latitante», dicono gli inquirenti. Cosimo Leone avrebbe aiutato l’ex boss di Castelvetrano con i suoi problemi di salute, mentre l’architetto Gentile gli avrebbe prestato la sua identità. Dalla cattura del latitante più ricercato d’Italia sono state arrestate in totale 14 persone, accusate di aver coperto la sua fuga.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi
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