Qualche parola di giustizia per le vittime

Decreto Flussi 2024, oggi l’ultimo click day: come fare domanda«Tu sei una ragazza sporca,trading a breve termine come tu madre, fai cose sporche, sei brutta e grassa, guardati». Queste le parole pronunciate da un bambino di 12 anni a una compagna di scuola a Pescara. Per mesi la vittima è stata presa di mira con offese e insulti in qualsiasi momento della giornata. E la stessa scuola che non ha adottato nessuna misura per proteggerla dal bullo, è stata condannata in secondo grado dalla Corte d'appello dell'Aquila per risarcire il danno arrecato alla bambina. La somma ottenuta dopo aver fatto causa alla scuola? 60mila euro. Fondamentali per giungere alla sentenza le testimonianze dei compagni di classe. Nel 2015, quando sono cominciati gli insulti, la bambina ha perso 20 kg. Ha cambiato scuola dovendo ripetere l'anno, mentre la punizione per il bullo è stata una sospensione di una settimana. Dopo anni i giudici definiscono le misure adottate come non sufficienti per arginare i comportamenti vessatori del 12enne.Oggi 23enne, la ragazza è tornata a vivere grazie anche al sostegno psicologico ricevuto.  Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Luglio 2024, 12:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

A lezione da Einstein, l'IA generativa entra in classe - Tiscali NotizieGli avvocati chiedono di posticipare l’obbligo di green pass in tribunale Riforma del Csm, una pioggia di emendamenti rischia di affossarlaStregati dalla Via Lattea che si muove nel cielo, il video in timelapse - Tiscali NotizieProcesso del Bataclan, l’attenzione verso le vittime è una garanzia democratica