Spari in un college inglese, 2 feriti: arrestato un 18enneL’accordo per la sfida televisiva sembrava a portata di mano,VOL ma alla fine le lunghe trattative l’hanno portata a ridosso delle elezioni europee. Con regole più stringentiDoveva essere la celebrazione di una campagna elettorale nel segno della polarizzazione tra Elly Schlein e Giorgia Meloni, ma rischia di finire per essere solo uno dei tanti scontri televisivi nelle settimane da qui alle elezioni europee. Ma forse non si tratta di un esito così negativo per Pd e FdI. Il nuovo mese ha portato con sé la consapevolezza che le trattative tra Pd e FdI intorno al duello tra le due leader sono andate troppo per le lunghe e ora la finestra per organizzare la serata speciale in cui le due leader dovrebbero confrontarsi in prima serata rischia di restringersi a vista d’occhio: a complicare le cose ci si mette infatti il nuovo regolamento per la par condicio in Rai che sarà discusso questa settimana e che si prevede sarà approvato già il 9 aprile. E poi, chi vivrà vedrà. A giudicare dalle ultime notizie di stampa, in realtà, la trattativa tra i due staff sembrava essere a buon punto, si era trovato perfino l’accordo per disputarlo sul servizio pubblico. Secondo le valutazioni di viale Mazzini, il duello non poteva essere condotto che da Bruno Vespa. A tirare per le lunghe la negoziazione hanno contribuito le scadenze elettorali regionali che hanno costellato i primi mesi del 2024. Passate le elezioni in Sardegna e Abruzzo, si staglia già all’orizzonte il voto in Basilicata, in programma per il 20 e 21 aprile: difficile che lo scontro si tenga in prossimità della consultazione elettorale. Ma a offrire ulteriori ragioni per rinviare c’è la scadenza della prossima settimana: i dettagli del regolamento per la par condicio verranno discussi in commissione Vigilanza a partire da oggi. Le uniche certezze filtrate dalla bozza sono la valutazione differente dei tempi assegnati ai partiti dai tg e quello che occuperanno nei programmi di approfondimento. Lo stesso vale per le fasce orarie, con il prime time che, ad esempio, varrebbe più dei programmi che vanno in onda in seconda serata. ItaliaÈ bagarre per il posto di dg Rai. Tele San Marino, Vianello va viaLisa Di GiuseppeAnticipareAl di là dei particolari, c’è però una consapevolezza che rimbalza tra viale Mazzini, palazzo Chigi e il Nazareno: dopo che il regolamento entrerà in vigore, niente sarà più come prima. «Il regolamento complica tutto» dice chi ha seguito il dossier finché la trattativa con i partiti non si è arenata. Insomma, per non rischiare di autoannullarsi nel mare di confronti che porterà la campagna elettorale, il duello dovrebbe andare in onda entro il 9 aprile. Altrimenti, le due leader non riuscirebbero a prendersi tutta la scena, e addio polarizzazione. Verosimilmente, infatti, per garantire lo stesso spazio a tutti, sarebbe necessario replicarlo alla stessa maniera organizzando altre “sfide” tra gli altri leader. Con Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Antonio Tajani che scalpitano per incrociare (metaforicamente) le spade a loro volta, addirittura anche all’interno della stessa coalizione. O almeno, questi sono gli scenari che si evocano in Rai in queste ore. Ma nel pieno della procedura di rinnovo del consiglio d’amministrazione a viale Mazzini le priorità sono altre e anche dai partiti non arriva nessuna novità. L’ultima notizia filtrata era stato l’accordo sul servizio pubblico come rete ospitante, nonostante le polemiche del Pd di Schlein contro “telemeloni” dei mesi scorsi, culminato in un sit in di protesta sotto viale Mazzini.Nonostante sarebbe ora di accelerare traspare, soprattutto in zona Fratelli d’Italia una serenità incrollabile. Forse nella consapevolezza che il peso del duello va diminuendo di ora in ora. «Si è fatto perfino un duello su Corriere tv tra Meloni e Letta nel 2022, figurarsi se non riusciamo a mandare in onda uno Schlein-Meloni condotto da Vespa» dicono da via della Scrofa. Come collocazione temporale si evoca maggio inoltrato. «Adesso – è il ragionamento – è il momento delle liste» e delle candidature delle due leader, che ancora devono sciogliere la riserva su una propria eventuale discesa in campo. C’è sempre una ragione nuova per rinviare. E il rischio che con la par condicio si vada incontro a una serie di duelli, annacquando così la portata comunicativa dello scontro? «In campionato ci sono tante partite, ma mica Bari-Salernitana è come Milan-Juventus». Ma mica è detto che tutti la guardino come fosse una finale. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLisa Di GiuseppeScrivo di politica, economia ed esteri (soprattutto Germania). Ho lavorato per Reuters, La7, Corriere della Sera e Public Policy. Su Twitter sono @sallisbeth
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