Parigi 2024, Italia di bronzo nell'inseguimento e Ganna attaccaLe pazienti che si sottopongono a una terapia di modulazione ormonale (hormone-modulating therapy,ETF HMT) contro il tumore al seno corrono un rischio inferiore del 7% di sviluppare Alzheimer e altre demenze in una fase successiva della loro vita rispetto alle coetanee trattate con altre cure. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, che sottolinea inoltre che questa "protezione" è massima tra i 65 e i 69 anni e sembra poi diminuire con l'avanzare dell'età. Terapie ormonali e demenze: quali effetti a lungo termine? Due terzi delle persone con carcinomi alla mammella ha tumori caratterizzati dalla presenza di recettori per gli ormoni femminili (HR positivi, dove HR sta per Hormon Receptor), che crescono cioè in risposta agli ormoni estrogeni o progesterone. La terapia di modulazione ormonale ostacola lo sviluppo della massa tumorale, impedendo agli ormoni di legarsi a questi recettori. Un gruppo di scienziati dell'Università di Pittsburgh, in Pennsylvania ha voluto indagare meglio gli effetti di questo tipo di cure salvavita sul rischio futuro di sviluppare Alzheimer o altre demenze, un tema complesso sul quale finora ci sono stati risultati contrastanti. Scienza L'Alzheimer, già anni prima della diagnosi, pesa sui conti: aumentano acquisti d'impulso e fuori budget Protezione dal declino neurologico Il team ha usato un database federale con i dati sanitari di persone di 65 anni o più per individuare le donne che avevano ricevuto una diagnosi di cancro al seno tra il 2007 e il 2009 e che non avevano segni clinici né una storia di demenze prima della terapia oncologica.Il 66% di queste 18.808 pazienti aveva ricevuto una terapia di modulazione ormonale entro tre anni dalla diagnosi di cancro e il 34% no. Gli scienziati hanno calcolato il rischio, per i due gruppi, di incorrere in demenze di vario tipo nei 12 anni successivi, considerando anche il passare dell'età, e hanno trovato in chi aveva seguito la terapia di modulazione ormonale una riduzione relativa del rischio del 7%, rispetto a donne incluse in diversi protocolli di cura. Dunque, questo tipo di terapia anti-cancro sembra offrire, rispetto alle altre, un vantaggio secondario, ossia una riduzione del rischio demenze. L'effetto protettivo è risultato più pronunciato nelle pazienti tra i 65 e i 69 anni, mentre è diminuito con il passare dell'età. Lo studio non ha indagato se un effetto vi sia anche per le donne più giovani, di età inferiore ai 65 anni, un aspetto che andrà senz'altro approfondito. La protezione è inoltre parsa più marcata nelle pazienti afroamericane, per ragioni ancora da chiarire. Scienza Biden e Trump: la memoria e le altre doti necessarie a un Presidente Le possibili motivazioni Negli USA le donne afroamericane corrono un rischio maggiore di sviluppare tumori al seno, e nel corso della vita riportano un maggiore livello di stress dovuto a discriminazioni e ad altri fattori sociali che influisce negativamente sulla salute. Occorrerà capire meglio se e come questi fattori, oltre alla genetica, pesino nelle diversità evidenziate dallo studio. La riduzione del rischio demenze potrebbe essere collegata a un'influenza neuroprotettiva legata al modo in cui i farmaci HMT imitano l'azione degli ormoni o ne modulano gli effetti. O ancora, a un miglioramento dei meccanismi di pulizia del cervello dalla proteina beta-amiloide, della salute vascolare o della stabilità della proteina tau - tutti fattori collegati alle demenze, anche di tipo Alzheimer. 8 FOTO Fotogallery Cancersutra VAI ALLA GALLERY Fotogallery Cancersutra Secondo la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori il cancro alla mammella, nel nostro paese, colpisce una donna su 10 e rappresenta il 25% di tutti i tumori femminili. La diagnosi precoce aumenta esponenzialmente le possibilità di guarigione. Nella posizione dell' "esame da vicino" è possibile compiere una completa palpazione del seno della compagna alla ricerca di noduli mammari, il segno iniziale più frequente. Da non trascurare anche l'area inferiore del seno, che può essere agevolmente controllata nella posizione "dell'ispezione pettorale". Si chiama TAC, nel senso di Tomografia Assiale Computerizzata: secondo gli esperti di Cancersutra è una delle posizioni ideali per identificare i segni precoci dei tumori della pelle. Adv Per i più acrobatici viene proposta "la ricetta del dottore", posizione indicata per il controllo dell'epidermide e l'identificazione di rigonfiamenti o nei sospetti in zona schiena-natiche-cosce. Dal cancro ai testicoli si può guarire, a patto di diagnosticarlo in tempo. E allora perché non prendersi del tempo alla ricerca di segni premonitori come rigonfiamenti anomali, irregolarità sulla superficie del testicolo o piccoli noduli? Non a caso questa posizione è stata ribattezzata "controllami". Il "libro aperto" permette una verifica approfondita anche dello scroto, che non deve presentare rigonfiamenti o irregolarità, e dell'epididimo, il dotto di piccolo diametro che si trova dietro ai testicoli e che raccoglie e trasporta il liquido seminale. Adv La posizione del chiropratico offre un punto di vista privilegiato su scroto e testicoli. Se uno dei due testicoli dovesse risultare, alla palpazione, più piccolo dell'altro sappiate che è normale. Per un controllino là dove non batte il Sole gli esperti di Cancersutra consigliano un..."Checkup a gambe in alto". Approfondimenti Salute Un'altra speranza per rallentare l'Alzheimer? Salute Alzheimer: un segnale da non prendere sotto gamba Salute Un farmaco per prevenire il cancro al seno Salute Tumore al seno: buone notizie Scienza Un nuovo farmaco contro il tumore alla mammella
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